giovedì 26 marzo 2015

LE BIOTECNOLOGIE AGRONOMICHE: NON SOLO DA METTERE NEL PIATTO

UNO SGUARDO IN GENERALE
Per molti anni i programmi di ricerca agricola hanno perseguito lo sviluppo di tecnologie che permettessero di aumentare la produttività a livello di azienda agricola, mentre il mercato e le politiche pubbliche agivano come promotori di innovazione tecnologica in agricoltura. Questo modello ha permesso di ottenere gli spettacolari progressi verificatisi nei paesi industrializzati nel secondo dopoguerra e nei paesi in via di sviluppo durante la Rivoluzione Verde. In particolare la produzione agricola è cresciuta tra le 2,5 e le 3 volte negli ultimi 50 anni, ed è quindi arrivata oggi a livelli sufficienti a soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione mondiale, nonostante questa sia raddoppiata e raggiunga oggi i 7 miliardi di persone.Ma vediamo ora in che modo si è intervenuti sul cibo di cui noi ci nutriamo.

CIBI TRANSGENICI



Grazie all'ingegneria genetica oggi arrivano sul mercato vegetali più nutrienti e più resistenti a malattie, freddo, siccità. Si pensa, però, che i prodotti alimentari geneticamente modificati possono essere tossici per l’uomo (VERO O FALSO? DISCUTIAMONE). Si rischia la creazione di piante resistenti a qualunque erbicida o di insetti capaci di sopportare l’effetto di qualsiasi tossina. Nel nostro Paese sono molte le aziende che si occupano dei cibi transgenici, alle quali si deve la creazione di cibi resistenti a funghi patogeni o verdure in grado di contrastare l’azione dei diserbanti. Altri prodotti “manipolati” sono alcuni pomodori che marciscono più lentamente di quelli tradizionali, oppure pomodori o fragole che, grazie a un gene ricavato da un pesce dei mari del nord, possono essere coltivati in climi più rigidi (FAVOLA O REALTA'?). Sono da annoverare in questa lista anche le uova super-nutrienti, contenenti più albume e una proteina nobile, la barbabietola con un gene di carciofo per la coltivazione di zucchero dietetico, le api transgeniche che non pungono e producono più miele e non ultimo il narciriso, prodotto ottenuto inserendo nel genoma del riso alcuni geni del narciso responsabili della produzione di caroteni.

fonte: http://www.iissferdinando.it/html/documenti/Sito-biotecnologie/page/trans.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Organismo_geneticamente_modificato#Presunti_rischi_e_controversie

FERMENTAZIONE

La fermentazione è un insieme di processi chimici, in cui vi è la demolizione degli zuccheri, operata da  fermenti che comprendono muffe, lieviti e batteri. Le tecniche per ottenere vantaggiose trasformazioni degli alimenti (bevande alcoliche, aceto, yogurt e formaggio, ecc.) sono antichissime. Questi processi, oltre a modificare parzialmente la composizione chimica ed il gusto degli alimenti, ne aumentano la conservabilità (ad esempio il pH del latte fermentato ha un effetto batteriostatico nei confronti di microrganismi patogeni)la digeribilità, il contenuto di vitamine e di amminoacidi, determinando la formazione di acidi che inibiscono lo sviluppo di microrganismi; gli eventuali componenti tossici o i fattori antinutrizionali vengono inattivati o distrutti. Esistono al mondo più di 3500 diversi tipi di alimenti fermentati, ed è stato fondamentale il ruolo svolto dalla biotecnologia tradizionale nello sviluppo della fermentazione microbica, con la quale si ottengono i cambiamenti desiderati tramite l'azione di enzimi o di microrganismi.

fonte:http://www.adomandarisponde.it/metodi-conservazione-alimenti
http://it.wikipedia.org/wiki/Conservazione_degli_alimenti#Altri_metodi


DAL TUBERO AL FOGLIO?
granuli di amido di amilopectina
Non tutte le patate coltivate sono utilizzate come cibo. In Europa solamente una patata coltivata su quattro viene utilizzata per l’alimentazione umana. La metà viene usata nell’alimentazione animale e un quarto dall’industria per produrre alcool e amido. La patata infatti, con il suo alto contenuto di amido, è anche un prezioso materiale di partenza per l’industria della carta, in cosmetica e in tanti altri settori industriali. L’amido della patata è costituito da due componenti: l’amilosio (circa 20%) e l’amilopectina (circa 80%). Entrambi sono polimeri di glucosio ma hanno proprietà differenti. Per molte applicazioni industriali è solo l’amilopectina ad essere di interesse. Gli scienziati della BASF hanno avuto l’idea di usare l’ingegneria genetica per produrre una patata il cui amido fosse costituito solamente di amilopectina. Per far questo non hanno, come per la maggior parte degli OGM in commercio, inserito un gene apposito preso da qualche altro organismo. Hanno disattivato il gene che produce l’enzima responsabile della sintesi dell’amilosio, ottenendo una patata completamente senza amilosio: Amflora.

fonte:http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/03/03/amflora-la-patata-per-la-carta/

DAL TABACCO AI VACCINI
pianta di tabacco
La seconda causa di infezione gastroenterica nei paese sviluppati è generata da un virus chiamato Norovirus. Il norovirus è un patogeno caratterizzato da RNA. Poche particelle, attraverso l’oro-faringe infettano l’uomo ed essendo acido-stabili superano la barriera gastrica per raggiungere l’intestino dove si replicano, causando come sintomi vomito e dissenteria. Il norovirus può essere considerato il principale agente di malattia gastroenterica virale. Dato la natura virale dell’infezione, è stato necessario cercare di  studiare una possibile via di produzione di un vaccino. Ricercatori hanno modificato una pianta di tabacco in modo da poter produrre un vaccino contro questo virus. La pianta di tabacco è stata modificata in modo da produrre nano particelle ”simili al virus”. Queste particelle hanno la stessa dimensione del virus ma sono costituite solo dalla proteina esterna che interagisce con il sistema immunitario umano e non possiedono alcun elemento che generi l’infezione. Attraverso queste tecniche è stato possibile utilizzate le piante come “bioreattori” per  produrre alcuni grammi di vaccino necessari per intraprendere la “via” di sperimentazione. 

fonte: http://www.biotecnologiepertutti.it/lindustria-farmaceutica-vegetale-vaccino-prodotto-da-pianta-di-tabacco/715/

90 commenti:

  1. Cara Noemi,

    grazie per aver messo a fuoco non solo biotecnologie alimentari basate su cibi transgenici, ma anche su biotecnologie tradizionali, come le fermentazioni, note all'uomo fin dall'antichità.
    Nel tuo post sui cibi transgenici, inoltre, accenni al fatto che questi possano essere ritenuti tossici per l'uomo. Aprendo però il link su wikipedia che hai riportato, si legge: "C'è ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di quanti ne presenti il normale cibo". Nello stesso collegamento si legge, da una monografia sull'argomento realizzata dall'Enciclopedia Treccani che, mentre
    "nel settore farmaceutico e industriale gli OGM sono ampiamente accettati, molto meno accettate sono le applicazioni agroalimentari, soprattutto perché i benefici per i consumatori risultano poco evidenti e il relativo dibattito è guidato da motivazioni di carattere commerciale e politico, più che scientifico. È pur vero che rimangono irrisolte alcune questioni di natura scientifica, ma il problema dell’accettazione degli OGM è sicuramente e solo nelle mani della politica, che non ha ancora saputo o voluto affrontare il tema in modo organico e legalmente sostenibile".
    Quindi, se gli scienziati ad oggi non hanno trovato prove della nocività, tutto il dibattito è incentrato su motivi economici: le sementi transgeniche sono prodotte da multinazionali con immensi interessi economici e, come mi ricordava in uno scambio di battute, la prof.ssa Ines Russo, i semi delle piante transgeniche, sono sterili. Pertanto occorre sempre ricomprarli.
    Questo pone vari problemi: il primo è che la diffusione su larga scala di questi semi diminuisce in maniera proporzionale la biodiversità del pianeta; un altro è che i paesi poveri o in via di sviluppo sono costretti a comprare questi semi dalle multinazionali dei paesi ricchi. Sarebbe interessante approfondire con tutti voi, studenti e docenti questa tematica, creando un filone di discussione, anche sulla base di notizie riportate da quotidiani, attraverso i commenti a questo post. Ovviamente un tuo contributo è obbligatorio :-)

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  2. Prof, facendo qualche ricerca in rete e leggendo alcuni articoli ho evinto che gli OGM, e i loro semi, non sono affatto sterili. Effettivamente, se i semi fossero sterili non si parlerebbe tanto di "contaminazione accidentale" e la coltivazione degli OGM a scopo privatistico sarebbe legalizzata. A dirla tutta, gli scienziati stanno cercando di stimolare le piante a produrre "semi apomittici" e cioè semi prodotti senza fecondazione tale che il loro patrimonio genetico sia identico a quello della pianta madre. Ciò consente di mantenere i caratteri favorevoli per la produzione di cibi di qualità e di aggirare l'ostacolo della riproduzione sessuale attraverso la quale appaiono nuove combinazioni di geni che potrebbero portare alla produzione di prodotti di scarsa qualità. Vi allego due link:
    http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/12/12/gli-ogm-non-sono-sterili-passando-da-vandana-shiva-e-veltroni-a-nanni-moretti/

    http://www.treccani.it/enciclopedia/piante-transgeniche-e-loro-applicazioni-nelle-agrobiotecnologie_%28Frontiere-della-Vita%29/

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  3. Cara Francesca,
    innanzitutto grazie per il tempestivo contributo al dibattito, che segna un sicuro progresso nella direzione di una maggiore comprensione e chiarezza delle questioni sollevate sugli OGM, anche grazie alla ricchezza e autorevolezza delle fonti citate. Certamente i semi non sono sterili altrimenti, come giustamente hai ricordato, non si porrebbe il problema della possibile contaminazione delle specie native tramite l'impollinazione (vedi articolo di Francesca Zangari- Mixare il DNA- relativo a: "L'impatto ecologico degli OGM svelato dalle api" fonte SISSA); quello che si voleva intendere è che nelle nuove generazioni sono meno produttivi e di fatto i contadini non conservano i semi ma sono costretti a ricomprarli se vogliono la stessa elevata produttività (vedi articolo di Giuseppe Pugliese "Agricoltura high tech" nella parte finale "Salvare delle vite o seguire l'etica?" fonte http://www.gene-abc.ch/it/geni-e-etica/etica-e-ingegneria-genetica-in-agricoltura/ laddove riporta: "Come le specie tradizionali altamente produttive, molte piante transgeniche sono delle specie ibride. Le specie ibride sono, per ragioni biologiche, più produttive. Tuttavia, se i semi sono raccolti e utilizzati per una nuova semina, la produttività cala drasticamente. Gli agricoltori devono quindi acquistare le sementi nuove per ogni semina". Lo stesso articolo poi s'interroga se le conseguenze sono le stesse per i contadini dei paesi occidentali e dei paesi poveri (da qualche parte tra i tuoi link, ho letto che i paesi poveri potrebbero dotarsi delle tecnologie per prodursi i semi OGM, perché non sono poi così costose). A proposito della bassa produttività dei semi di seconda generazione, comunque, ritengo importante la riflessione di Dario Bressanini (tra le fonti che ci hai segnalato) laddove dice: "nessun contadino, dagli anni ’60 a oggi, usa conservare una parte dei semi per reimpiantarli, in quanto tutti i contadini usano piante ottenute da incroci F1 (sono più produttive). E non conviene mettere a dimora semi “vecchi” perché questi daranno piante con caratteri recessivi e letali. I contadini dipendono dall’industria sementiera non a causa delle piante OGM, ma a causa di (o grazie a) le piante ottenute con gli incroci tradizionali. A conti fatti, vista l’alta produttività e il reddito migliore di questi ibridi, la suddetta dipendenza non causa problemi di sorta". Quindi forse, se è vero che i semi non si conservano più, né per piante normali, né per OGM, almeno questa obiezione può sgomberare il campo. La questione della biodiversità mi sembra invece "aperta". Forza scatenatevi :-)

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  4. Sembrerebbe che i "semi apomittici", mantenendo la stessa produttività di generazione in generazione, sarebbero la soluzione; un contadino potrebbe comprarli una volta per sempre. Certo in questa direzione potrebbe spingere la ricerca pura. Mi chiedo se le multinazionali avrebbero interesse all'avvento di questa tecnologia.

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  5. Prof sono d'accordo con lei per quanto riguarda il discorso che, con la nascita degli OGM, i contadini si trovano costretti a dover comprare ogni volta nuovi semi, ma poi leggendo tra i commenti ho visto questi semi apomittici e ho trovato qualcosa su internet. Leggendo su wikipedia ho visto che "L'apomissia è una forma di riproduzione asessuale tipica di alcune piante e che in questa la formazione dell'embrione avviene senza l'unione dei gameti e dà origine ad organismi geneticamente identici alla pianta madre." poi però mi sono chiesta che problemi potessero causare questi semi alle piante. Ho trovato quindi un libro online che parlava di quale effetti ha questa tecnologia. Le allego il sito e spero possa essere di suo interesse :)
    sito libro: https://books.google.it/books?id=dkFAZ4Ge5rYC&pg=PA114&lpg=PA114&dq=semi+apomittici+e+ogm&source=bl&ots=Vy-TQBDAsj&sig=S1N2LEZWHtJZqkACR7rDIaXw_0w&hl=it&sa=X&ei=RmYZVcjLDMjbU-6phLAL&ved=0CEEQ6AEwBQ#v=onepage&q=semi%20apomittici%20e%20ogm&f=false

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    1. Spero possa risultare d'interesse per tutto il gruppo, ai fini della discussione!

      Ecco qualche veloce spunto.
      A pg 114 del libro di Fabrizio Fabbri pubblicato nel 2002 per Greenpeace, da te indicato, si legge che ricercatori messicani hanno messo a punto una tecnica per indurre l’apomissia. Il valore sociale di questi semi, ha spinto i ricercatori del settore, a riunirsi in Italia già nel 1998, per firmare un documento volto a prevenire il blocco di ulteriori sviluppi della tecnica da parte dell’industria privata, interessata a brevettarne prodotti e applicazioni. A quanto pare questo documento non è stato pienamente efficace se l’azienda Novartis ha ottenuto dei brevetti nel settore, impegnandosi in cambio di fornire le sementi transgeniche a non meglio precisati “agricoltori più poveri”…
      Un’altra considerazione interessante, che ho trovato spulciando qualche pagina del libro, è a pg. 94. Vi si legge dell’estensione del concetto di brevettabilità applicata specificatamente agli OGM, brevettabilità che non riguarda solo la tecnica per ottenere un dato prodotto transgenico ma implica anche la proprietà di tutti gli individui che possiedono il carattere transgenico. Ne deriva, che se anche per un anno un contadino decidesse di non ricomprare i semi, ma di ricavarli da una parte del raccolto, infrangerebbe la legge!

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  6. Quindi dovremmo fortemente auspicare che sui semi apomittici non vengano ulteriormente autorizzati brevetti... Il libro di Fabbri però è del 2002. Per capire la situazione attuale occorrerebbe trovare risorse più recenti. Ci volete provare?

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    1. Prof, siccome ho notato che la discussione non era stata conclusa ho cercato qualcosa sulla situazione attuale dei brevetti sui semi apomittici. Ho trovato un articolo, sul sito ufficiale dell'Expo 2015, in cui si evince che la situazione non è mutata e che ancora oggi si spera che non vengano ulteriormente autorizzati brevetti. In quanto l'agricoltore diventerebbe un semplice fornitore a favore di colui che detiene il brevetto, il cibo potrà essere ottenuto ovunque e infine si creerebbe un mercato a livello globale ai più bassi costi possibili, per poi vendere il prodotto laddove ci sono i mezzi economici per acquistarlo.

      http://magazine.padiglioneitaliaexpo2015.com/it/reporters/claudio/l-apomissia-inducibile-chimicamente-br-cambier-il-modo-di-produrre-il-cibo

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    2. Estremamente interessante, Nicole, questo articolo di Claudio Malagoli! Se è vero che il brevetto ricompensa il suo titolare per le spese di ricerca e sviluppo sostenute, è anche vero che “lascia perplessi l’utilizzazione del brevetto in ambito agricolo, soprattutto nel caso in cui riguardi piante o animali di fondamentale importanza per l’alimentazione umana”.
      In ambito agroalimentare, per le nuove varietà vegetali i diritti brevettuali durano 15 anni dalla concessione del brevetto stesso (30 anni nel caso di piante arboree). Le nostre speranze sui semi apomittici, di liberazione degli agricoltori dalla schiavitù delle multinazionali, sono destinate a naufragare perché le aziende produttrici si stanno attrezzando:
      “il seme una volta distribuito sarà annualmente prodotto autonomamente dall’azienda agricola, la quale, mediante un apposito contratto di sfruttamento della semente, sarà tenuta a pagare le royalty al detentore del brevetto, ogni qual volta utilizzerà le sementi apomittiche per una nuova semina”. Per assicurarsi che l’agricoltore non sfugga al balzello, si sono inventati l’apomissia inducibile chimicamente. “In pratica, che cosa accade? Accade che la semente apomittica germina ed origina una pianta identica alla madre solo in presenza di una sostanza chimica che sarà venduta a parte. Da rilevare che tutto questo non è fantascienza, in quanto il brevetto sull’”Apomissia inducibile” è già stato richiesto!... Lo scenario sarà quello di un settore in cui l’agricoltore avrà perso ogni potere decisionale; egli diverrà semplicemente un fornitore di mezzi di produzione a favore di colui che detiene il brevetto di quel prodotto, che diverrà anche proprietario del cibo”. Che tristezza! Un’altra forma di schiavitù e dipendenza! Non esiste più nel mondo moderno, per la razza umana, nemmeno la possibilità di immaginare un hortus conclusus!

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    3. Cara prof, secondo il mio parere oggi è difficile immaginare tutto ,non solo l' hortus conclusus! Ma è anche vero che bisogna essere speranzosi e stare a guardare ciò che realmente porta con se il futuro, come diceva il famoso Roosevelt
      "Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni."

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    4. Eleanor Roosvelt, moglie del famoso presidente Franklin Delano Roosvelt.

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  7. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-20/studio-francese-tossici-063853.shtml?uuid=AbrH8VgG
    su questo articolo del sole 24 ore si conclude che gli Ogm sarebbero tossici. L'esperimento condotto dal francese Gilles Eric Seralini, ha dimostrato che le cavie nutrite con il mais Monsanto Ogm, resistente al Roundup, hanno cominciato a manifestare dal tredicesimo mese delle patologie gravissime (enormi tumori delle ghiandole mammarie nelle femmine e malattie dei reni e del fegato nei maschi), con un'incidenza da due a cinque volte superiore al gruppo di controllo (i topi nutriti con mais non transgenico). Non solo: rispetto alle cavie ammalatesi nel gruppo di controllo, i tumori sono apparsi 20 mesi prima nei maschi e tre mesi prima nelle femmine del gruppo alimentato a Ogm.
    Risultati che mettono in dubbio la validità delle ricerche condotte finora dalle imprese biotech prima di immettere sul mercato un prodotto Ogm, ma considerate valide fino a questo momento dall'Unione europea.

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    1. Da uno sguardo su internet, mi pare che la pericolosità più che del mais OGM della Monsanto in sé, potrebbe essere dell'erbicida Roundup a cui la pianta OGM è resistente. Questa caratteristica fa sì che tali piante possano essere irrorate con l'erbicida in quanto "tolleranti" ad esso. Potrebbe essere l'erbicida, il Roundup o glifosato, il killer... Date un'occhiata qui:

      http://it.wikipedia.org/wiki/Glifosato

      http://www.lastampa.it/2015/03/24/scienza/ambiente/focus/probabilmente-cancerogeno-il-glifosato-un-erbicida-diffusissimo-e-alla-base-del-round-up-di-monsanto-efY91VW5fsbdegygOM9miN/pagina.html

      http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/13147-roundup-monsanto-glifosfato

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    2. Seralini ha ritrattato il suo articolo in seguito alla dimostrazione, da parte della comunità internazionale degli scienziati, della discutibilità del metodo di lavoro adottato!

      Mi chiedo, Lavinia, se i quotidiani hanno riportato quest'ultima notizia con lo stesso clamore della prima (forse è una domanda retorica)... Prova a cercare.

      Comunque grazie! COMMENTO GENERATIVO.

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    3. Ho fatto una ricerca sulla ritrattazione di Seralini ed ho trovato questo interessante articolo che, per la sua complessità mi sembra lasci molti dubbi sia rispetto alla sicurezza dell’alimentazione con OGM sia rispetto alla validità dei due studi: lo studio della Monsanto è sicuramente troppo limitato nel tempo; quello di Seralini potrebbe essere criticabile per la scelta di cavie geneticamente predisposte a sviluppare tumori.

      http://iljournal.today/blogeko/2014/07/12/mais-ogm-non-fa-male-anzi-si-ripubblicato-studio-bomba-seralini/

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    4. Direi di non generalizzare. Gli OGM non sono tutti uguali: dalle risorse e discussioni fin qui emerse, si è visto che dubbi (a questo punto certezze) sulla tossicità ci sono in questo tipo di OGM resistenti all'erbicida (principalmente per gli effetti dell'erbicida, il Roundup), peraltro usati in zootecnia (con questo non voglio dire che non mi dispiace per gli animali!). Per altri OGM, non pare dalle nostre piccole ricerche siano, ad oggi, emerse evidenze scientifiche di tossicità, anzi per quelli resistenti ad insetti parassiti ci sono vantaggi relativi al minore impiego di pesticidi!

      Le conclusioni dello studio su:

      http://www.enveurope.com/content/26/1/14

      sono: "... These results may be explained by not only the non-linear endocrine-disrupting effects of Roundup but also by the overexpression of the EPSPS transgene or other mutational effects in the GM maize.
      and their metabolic consequences".

      Si attribuiscono le conseguenze dannose per la salute quindi non solo agli effetti dell'erbicida ma anche alla sovraespressione del transgene, cioè della proteina che conferisce la resistenza al Roundup, e alle conseguenze metaboliche di ciò. Quindi anche a questo tipo di mais OGM in sé!

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    5. Sul web si trovano numerose ritrattazioni sull'argomento..è anche ovvio che non tutti gli OGM sono pericolosi, ma non si può nemmeno escludere che si possano trovare altri OGM non completamente innocui per la salute.

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    6. Mi trovo d'accordo con le opinioni di Lavinia O. ,sul fatto della pericolosità degli OGM ,ma leggendo un articolo su internet ho colto un punto interessante;
      'Oggi sul mercato italiano non c’è frutta geneticamente modificata. La conferma viene da Claudio Gamberini, responsabile nazionale ortofrutta di Conad'' ..Sarà così?
      http://www.rivistafrutticoltura.it/frutta-ogm-tanti-vantaggi-per-ora-sulla-carta/

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    7. X Lavinia Orlando
      A questo punto sono curiosa: hai trovato altre ritrattazioni dello studio di Seralini, dopo l'articolo su Environmental Sciences Europe del 26/01/2014?

      X Lavinia Leo:
      si, Lavinia, come spiega chiaramente Il prof. Sansavini dell'Università di Bologna nell'articolo da te citato, in Italia c'è un divieto indiscriminato alla coltivazione di frutta e verdura OGM, per il "principio di precauzione" (l'articolo dice anche in Europa, ma su Wired di ieri sembrava che in Olanda coltivassero la mela OGM contro la ticchiolatura). Solo in qualche dipartimento universitario c'è qualche specie coltivata prima del divieto del 1998.

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  8. Sul web sono diversi i pareri su questo argomento tant'è che è difficile prendere posizione. Non potendo,quindi,affermare con certezza se gli OGM siano tossici o meno l'unica cosa certa che ho potuto ricercare è che rispettare la stagionalità di frutta e verdura porta i suoi grandi benefici. (http://www.derobertisnutrizione.it/rispettare-la-stagionalita-di-frutta-e-verdura/) Quindi non bisognerebbe approfittare troppo di questi OGM,specialmente nei paesi dove regna il benessere, che possono godere dei regali che la natura offre spontaneamente. Però mi viene da fare una riflessione. Se, ad esempio, il mais geneticamente modificato risultasse veramente tossico,considerando pure la grande quantità di pesticidi e fertilizzanti che si usano,anche in maniera fraudolenta, allora questo mais è da considerarsi ancora CIBO ? E qui sorge spontaneo un collegamento...

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    1. Concordo con le tue idee Antonio, in quanto invece di utilizzare OGM in frutti, dovremmo aspettare che essi siano maturi nelle loro stagioni. Gli OGM potrebbero invece essere utilizzati per altri scopi, come il batterio geneticamente modificato per produrre propano rinnovabile.

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    2. Però anche il frutto di stagione... richiede antiparassitari che, a seconda dell'intervallo di tempo che intercorre tra irrorazione e consumo, possono inficiarne la salubrità. Un frutto OGM resistente ai parassiti ridurrebbe o azzererebbe l'uso dei pesticidi.

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    3. Gli antiparassitari ed i fertilizzanti contenuti nella frutta del nostro paese sono regolati da ferree normative,mentre la frutta non di stagione è principalmente importata da paesi in cui queste normative sono nettamente meno rigide. Io sono per la frutta di stagione e la lotta biologica nei paesi in cui si può fare ! D'altronde gli OGM nascono anche per cercare di risolvere il problema della fame,ma io ne sto sentendo parlare più nei paesi dove questo problema è quasi assente che nei paesi che ne avrebbero realmente bisogno. Mentre si coltivano cocomeri quadrati...cocomeri senza semi...da qualche parte c'è chi un cocomero nemmeno l'ha mai visto... (Anche se un cocomero a livello nutrizionale non sia un granché, mi è sembrato calzante come esempio)

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  9. In questo articolo riportato su Repubblica , Umberto Veronesi (Medaglia d'oro ai benemeriti della sanità pubblica) porta alla luce alcuni dati ed esperimenti effettuati da ricercatori riguardante l'applicazione della genetica a diverse branche soprattutto all'agricoltura sottolineandone gli effetti benefici. Significativo è stato il contributo del ricercatore tedesco Ingo Potrikus inventore del "Golden Rice", un prodotto transgenico che ha risolto quasi integralmente il grave problema della cecità infantile nei paesi orientali. Per quanto riguarda il mais spiega Veronesi che negli Stati Uniti è stato trovato il modo di inserire un gene nel mais che lo rende resistente alla piralide (un parassita che scava caverne all'interno del fusto in cui si insedia facilmente l'aspergillus, producendo le temibili tossine B1 B2 )senza dover utilizzare gran quantità di pesticidi. Questo mi fa pensare che alla fine l'uso degli OGM non è del tutto negativo e che potrebbe essere una questione di morale e cultura ;)

    http://www.repubblica.it/ambiente/2014/10/06/news/veronesi_cari_nemici_degli_ogm_vi_prego_ripensateci_quei_semi_migliorano_la_vita_dell_uomo-97442383/

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    1. Golden rice: il riso che contiene il ferro o la vitamina A , importantissimo per aiutare a sanare alcune carenze alimentari del Terzo Mondo nella cui alimentazione il riso ha un ruolo principale (la carenza di vitamina A è responsabile di gravi casi di cecità e morte prematura).

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    2. Nel genoma del mais precisamente BT11 sono stati introdotti una variante troncata del gene cry1Ab ed il gene pat derivante dal fungo Streptomyces viridochromogenes. Potrebbero mai far male al nostro organismo?

      http://www.biosafetyscanner.org/schedaevento.php?evento=16

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  10. Riguardo alle biotecnologie e, in particolare all'introduzione di organismi geneticamente modificati nel settore agroalimentare (biotecnologie agroalimentari), si è acceso un forte dibattito a livello nazionale e internazionale relativamente alle tematiche della protezione dell'ambiente e della salute, così come implicazioni economiche e sociali e questo nonostante ci sia ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di quanti ne presenti il normale cibo.Tra le varie fonti di preoccupazione vi è il rischio che le piante geneticamente modificate si comportino come specie invasive, specie cioè che si affermano nell'ecosistema a danno di altre specie e varietà; tale rischio è comunque considerato dai biologi dello IUCN come marginale rispetto all'impatto che l'agricoltura e l'urbanizzazione in se stesse hanno sulla biodiversità[9]. È inoltre possibile che le caratteristiche genetiche introdotte nelle varietà commerciali vengano poi trasferite, attraverso l'impollinazione incrociata, dalle piante geneticamente modificate a specie affini nelle vicinanze. Questo fenomeno avviene normalmente in natura dove ad esempio esiste un continuo flusso genico tra il mais ed il teosinte, suo progenitore, o tra le diverse specie di brassicacee.Un altro elemento di preoccupazione legato all'introduzione degli OGM è legato alla complementarità tra innovazione biologica e innovazione chimica che andrebbe a rafforzare un modello di agricoltura intensiva con un elevato uso di prodotti chimici, mentre alcuni paesi, specialmente europei, stanno cercando di cambiare a favore di un modello tecnico agricolo più ecocompatibile. Questo risulta in particolare possibile nel caso di piante tolleranti a specifici erbicidi (per altro ottenibili anche con tecniche convenzionali) che, pur necessitando di un minor numero di trattamenti e utilizzando composti chimici meno tossici e a basso impatto ambientale, è legata all'utilizzo di specifici erbicidi.Un ulteriore rischio legato alla diffusione nell'ambiente e al consumo di organismi geneticamente modificati è che, essendo in alcuni di essi inserito un gene che conferisce la resistenza agli antibiotici, c'è un rischio di trasferimento della resistenza a batteri, anche patogeni. La rapida diffusione osservata in anni recenti di numerose forme di antibiotico-resistenza tra i batteri è una problematica di sanità pubblica che ha sollevato un ampio dibattito e per la quale numerose misure di prevenzione sono state messe in atto a livello internazionale.Per quanto riguarda il mio parere l'impiego di alimenti geneticamente modificati introdotti nella nostra dieta porteranno problemi seri alle future generazioni per via della loro composizione che può essere nociva.

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    1. Ragazzi, per favore, scrivete sempre le fonti da cui traete le informazioni.

      Nel caso di Raffaele:

      http://it.wikipedia.org/wiki/Dibattito_sugli_OGM

      Grazie Raffaele, FONTE GENERATIVA! Provo a riassumere gli argomenti a sfavore degli OGM e le relative controargomentazioni, riportate nella suddetta pagina di wikipedia.

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    2. Argomenti a sfavore degli OGM e controargomentazioni (wikipedia):
      1) OGM sono specie invasive (impatto OGM ritenuto marginale rispetto all'impatto dell'agricoltura in genere e dell'urbanizzazione dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura)
      2)rischio impollinazione incrociata con effetti imprevedibili su insetti e piante selvatiche e sulla biodiversità (gli studi hanno dimostrato che il rischio è uguale a quello delle altre specie coltivate e che questa forma d'impatto dipende più dal tipo di pianta che dall'uso di una sua varietà naturale o transgenica). Rischio aggirabile con OGM che non producono polline, cioè OGM sterili o mantenendo una distanza prestabilita tra campi coltivati a OGM e quelli con colture tradizionali.
      3)OGM resistenti agli erbicidi rinforzano modello di agricoltura basato sull'ampio utilizzo di questi prodotti chimici (la Monsanto ci vende tra l'altro sia i semi OGM resistenti al Roundup che il Roundup: quando si dice fidelizzazione del cliente!)
      4)OGM resistenti agli insetti, diminuiscono uso pesticidi ma creano una pressione evolutiva su questi insetti, favorendo la sopravvivenza di quelli "insensibili". Ne consegue, per diminuire questo rischio, l'obbligo di utilizzare anche una % di semi tradizionali.
      5)Rischio alimentare degli OGM (studi scientifici e, in particolare, una metanalisi su 130 ricerche in un periodo di 25 anni, coinvolgente più di 500 gruppi di ricercatori indipendenti, dicono che non c'è un rischio maggiore rispetto ai cibi convenzionali; molte organizzazioni ambientaliste dicono invece che i rischi non sono stati sufficientemente indagati). Un punto critico è che debbano essere le stesse aziende produttrici della pianta transgenica a dimostrarne la non tossicità, attraverso uno studio sui topi alimentati con mangimi ottenuti dalla pianta stessa, per 90 giorni. Dopo di che, l'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare esprime un parere. A questo proposito gli studi del francese Gilles Eric Seralini, citato da Lavinia con l'articolo del SOLE 24 ORE e di Manuela Malatesta, tesi a dimostrare tossicità e carcinogenità di soia e mais Monsanto sono stati contestati per limiti metodologici nell'applicazione statistica o per mancanza di adeguati controlli interni. Inoltre, stando a quanto riportato su questa pagina di wikipedia, i due studiosi si sono rifiutati di fornire i propri dati per un'analisi indipendente... E questo non mi sembra deponga a loro favore!! Le loro ricerche erano finanziate dalle catene di distribuzione di Auchan e Carrefour, impegnate da anni in campagne contro gli OGM (chissà perché?). Infine l'articolo di Seralini del 2012 è stato ritrattato dallo stesso autore!! Questo dovrebbe farci seriamente riflettere sull'importanza di finanziamenti pubblici e, come tali, più disinteressati, della ricerca!
      6)OGM resistenti agli antibiotici e rischio della diffusione della antibiotico-resistenza anche a batteri patogeni (rischio riconosciuto come REALE dall'EFSA).
      7)implicazioni socio-economiche degli OGM: a)obbligo riacquisto annuale sementi; b)sementi più costose delle tradizionali;c) controversie circa il vantaggio o lo svantaggio economico dei piccoli agricoltori dei paesi poveri derivante dall'uso di semi OGM: l'ambientalista indiana, Vandana Shiva, sostiene che gli OGM abbiano rovinato i piccoli agricoltori indiani mentre un rapporto Internazionale lo smentisce (pagina però non trovata su Internet). Inoltre anche gli studi sulla resa di queste sementi sono controverse: alcuni studi non riportano aumento di resa, altri un aumento fino al 40%.
      8)OGM e dibattito bioetico: gli OGM sono percepiti nella società come innaturali, "chimere" derivanti dal mescolamento di specie differenti (infrazione di un tabù?), come il mito della "fragola-pesce” di fatto mai prodotta, ma che popola ormai l'immaginario collettivo a causa del tam-tam mediatico. Insomma come nelle altre manipolazioni genetiche, esiste il timore che l'uomo voglia sostituirsi a Dio.

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  11. Noemi
    Mi ha molto interessato l'articolo riguardante il vaccino contro i Norovirus creato dalla pianta da Tabacco. Da fumatore, mi ha molto colpito questa notizia perchè, come tutti sappiamo, da questa pianta viene creato anche uno dei veleni più pericolosi e popolari di sempre: La Sigaretta!
    Purtroppo, per questo, questa pianta ha una cattiva fama, destinata pero' a cambiare. Dal tabacco bioingegneri americani sono pronti ad estrarre un vaccino contro i norovirus, una famiglia di agenti virali che provoca rapidi quanto fastidiosi sintomi di gastroenterite, soprattutto diarrea e vomito.
    Chiamati anche ''virus da crociera'' per la velocita' e facilita' con la quale si diffondono nei luoghi chiusi come navi, caserme e ospedali - bastano 10 particelle per infettare un gran numero di persone -, adesso gli imprendibili norovirus potrebbero avere un nuovo nemico: un siero sviluppato dalle piante di tabacco presentato dall'immunologo Charles Antzen.
    Per realizzare l'antidoto al norovirus sono state impiegate delle proteine ''travestite'' dal microrganismo nocivo, poi introdotte nel tabacco e lasciate ''crescere''.
    L'estratto purificato della pianta inganna il sistema immunitario umano che cosi' si rinforza dalle aggressioni successive del virus ''originale''. La sperimentazione clinica del vaccino partira' gia' dal prossimo anno e secondo i suoi inventori bastera' una dose ogni 12-18 mesi, anche sotto forma di spray nasale, per garantire uno scudo contro le infezioni.

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    1. grazie del tuo commento Samuele, come te, anche io sono "contenta" di questa nuova tecnologia, cosicché al tabacco non debbano più essere attribuiti commenti "negativi" ma anche questa pianta potrà avere effetti benefici sull'organismo umano.

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  12. Il dipartimento dell’Agricoltura americano (Usda) ha approvato la coltivazione della patata transgenica Innate, che cuocendo produce meno acrilamide (sostanza potenzialmente cancerogena che si trova in tutti i cibi cucinati ad alte temperature) della controparte “naturale”, e in più non diventa scura una volta pelata. Quest’ultimo può sembrare un dettaglio, ma significherebbe tonnellate di alimenti sottratti al macero perché “brutti” e dunque un bel taglio agli sprechi. Tuttavia, l’ammissione di questa patata era particolarmente temuta, perché la tecnica utilizzata (RNAi), che ha silenziato un gene nell’Rna del tubero, è relativamente nuova, e meno conosciuta. L’ha messa appunto la Simplot Company, dopo quasi 15 anni di ricerca, il principale fornitore di patate della più famosa catena di ristoranti al mondo. Nei fast-food italiani non saranno presenti questi alimenti in quanto l’Europa ha anzi recentemente ulteriormente ristretto la diffusione di organismi geneticamente modificati, approvando una nuova normativa che consente agli Stati membri di bandire queste coltivazioni anche per motivi ambientali. .http://www.wired.it/lifestyle/food/2014/11/13/patata-ogm-arrivera-nostri-mcdonalds/

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  13. L’articolo di bressanini ci fa riflettere sul fatto che il termine biodiversità non deve riguardare una sola specie, bensì l’insieme degli organismi che convivono in un ecosistema. Il secondo punto che poi deve essere messo in evidenza riguarda la differenza fra le pubblicazioni scientifiche e quelle giornalistiche: uno scienziato può pubblicare le sue posizioni dopo averle verificate, un giornalista invece può esprimere delle opinioni e non può essere censurato, perché viviamo in una democrazia.
    http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/10/30/perche-non-possiamo-non-dirvi-antiscientifici/

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    1. E' anche a mio giudizio un bell'articolo, in cui l'autore evidenzia il metodo seguito dalla scienza che necessita di verifiche e controverifiche e la disonestà di frasi generiche come "la scienza è divisa", per convalidare le proprie posizioni ideologiche, in luogo di "io la penso come il 3% degli scienziati" che suona in modo molto diverso! Il discorso è riferito agli OGM e al fatto che la stragrande maggioranza della comunità degli scienziati concorda sui vantaggi del loro uso.

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  14. Navigando su internet ho trovato un'associazione non violenta, che utilizza azioni dirette per denunciare in maniera creativa i problemi ambientali e promuovere soluzioni per un futuro verde e di pace. Questa associazione è la GREENPEACE.
    Oggi gli OGM non mostrano alcun beneficio per i consumatori e gli agricoltori, ma solo per l'industria biotecnologica. Queste multinazionali brevettano e vendono semi transgenici e sostanze chimiche collegate, in cambio di problemi e quesiti irrisolti per l'ambiente e la sicurezza alimentare.
    Gli OGM vengono presentati come il rimedio per la fame nel mondo o come un passo verso un'agricoltura rispettosa dell'ambiente. In realtà, gli organismi geneticamente modificati non sono altro che una sfaccettatura di un settore agricolo di stampo industriale, in cui l'uso di erbicidi e pesticidi è molto diffuso. Inoltre, il rilascio di OGM nell'ambiente comporta notevoli rischi, come la perdita di biodiversità, comportano rischi per la salute e minacciano gli equilibri economici e sociali. Io, mi oppongo agli OGM perché è una fonte di inquinamento genetico e perché inevitabilmente contamina le coltivazioni tradizionali e biologiche. Per fortuna, in Italia la coltivazione degli OGM per il momento resta vietata! Conducendo altre ricerche, mi ha colpito molto quello che accede negli USA. Infatti,
    negli USA, per aumentare la produzione di latte, viene somministrato ai bovini un ormone geneticamente modificato il rBGH, un ormone della crescita che provoca danni sugli animali e rischi per la salute umana. Studi recenti hanno dimostrato che l'aumento insolito di questo secondo ormone è correlato con l'aumento dello sviluppo di cancro al seno, alla prostata e al colon. Le mucche che ricevono l' rBGH, la somatotropina, sono soggette a un aumento significativo di patologie, tra cui mastiti e problemi di gestazione. Gli animali soffrono moltissimo e il latte contiene resti di antibiotici, pus e sangue a causa delle continue malattie e dei conseguenti trattamenti farmacologici. Quei residui provocano una maggiore resistenza agli antibiotici nei batteri che si trovano nello stomaco e intestino di chi consuma il latte (e derivati) prodotto dalle mucche trattate. L'utilizzo del rBGH è proibito in Europa, Canada, Giappone, Nuova Zelanda e Australia, ma il suo utilizzo commerciale è consentito in Usa, Messico, centro e sud America.

    http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/ogm/OGM1/

    http://www.viviconsapevole.it/articoli/il-latte-fa-bene-non-con-la-somatotropina.php

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    1. Giusy, io rispetto il tuo spirito ambientalista... però ritengo che più che di tutti gli altri ci si possa fidare degli scienziati, perché fondano il proprio metodo di lavoro sullo scetticismo e sulla verifica sperimentale, soggetta a controverifiche da parte del resto della comunità. Hai letto e seguito il dibattito sviluppato finora? Ti suggerisco, per dare un contributo a questa discussione, di trovare a sostegno delle ipotesi che adduci articoli su riviste scientifiche accreditate. Poi magari ne discutiamo insieme.

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  15. Io credo che gli OGM sono molto dannosi all'ambiente ma anche alla salute dell'uomo perché trasformando una determinata pianta, cioè rendendola più bella, nel caso dell'agricoltura più producente ecc...C'è il rischio di far scomparire quelle già esistenti e quindi impoverire tutta la biodiversità.
    Essi possono danneggiare anche la catena alimentare degli animali ma anche di noi uomini

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    1. Sono anche io d'accordo con Mariagiorgia ,ma in che modo possono arrivare a danneggiare la salute dell'uomo?

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    2. Mangiare cibi geneticamente modificati non è come mangiare cibi tradizionali. E coltivare questo tipo di piante, ha un impatto diverso sull’ambiente, rispetto alle piante normali. Sono queste le principali conclusioni a cui sono giunti alcuni ricercatori italiani che hanno partecipato ad un maxi progetto di ricerca sugli ogm finanziato dal Ministero per le politiche agricole e forestali e coordinato dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran). I risultati di questa mega ricerca a cui hanno collaborato diversi ricercatori appartenenti a università (Napoli II, La Sapienza, Firenze) ed istituti di ricerca (Ense, Mipaf), saranno resi noti martedì prossimo nel corso di un convegno ufficiale a Roma, ma alcune conclusioni sono state già rese note. E si tratta di conclusioni destinate a far discutere non solo in ambito scientifico. I ricercatori dell’Inran hanno infatti scoperto che le cavie che erano state nutrite con farina di mais transgenico, in particolare il MON 810 (Bt11), hanno evidenziato «una diversa reazione immunitaria sia a livello intestinale, che periferico». «Sulla base delle informazioni ottenute - ha spiegato il coordinatore del progetto di ricerca “Ogm in agricoltura”, Giovanni Monastra, direttore generale dell’Inran - non sappiamo quale tipo di implicazioni per la salute hanno queste diverse reazioni. Se per esempio possono indurre ad una reazione allergica o si tratta di semplici differenze fisiologiche, del tutto insignificanti. Quello che è certo è che non possiamo negare che esistano».
      http://www.peacelink.it/consumo/a/15328.html

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    3. Per gli Ogm nel campo della nutrizione. Secondo me bisogna favorire la loro produzione.. Ovvio che poi nei supermercati si mettono etichette che ne certifichino lo stato di Ogm. Chi non desidera mangiarli sa che il prodotto X è Ogm, e non lo compra, fine lì della storia... io personalmente, se un Ogm ha passato tutti i vari test che ne certifichino la totale assenza di pericoli per la salute, li mangerei pure.. e da vedere se siano sicuri e se mi piacciano.. per essere sicuri, basta legiferare a riguardo, imponendo controlli su controlli prima dell'emissione nel mercato, cosa che comunque già avviene.

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    4. Grazie per la tua risposta Mariagiorgia

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    5. Possono causar allergie! mi spiego meglio:
      Molte delle critiche rivolte ai cibi geneticamente modificati si appellano al timore che essi possano innescare focolai di allergie nuove e imprevedibili, di fronte alle quali ci troveremmo del tutto disorientati e impreparati. Dal semplice prurito all’inevitabile catastrofe, insomma, il passo sembrerebbe davvero breve! Ma che nesso esiste, in realtà, tra OGM e allergie?

      I geni, si sa, sono frammenti di DNA in grado di istruire una cellula su come produrre proteine. Poiché molti allergeni sono proteine, la manipolazione genetica può, effettivamente, trasferire insieme alle cose buone anche quelle cattive, come un eventuale allergene presente nella molecola trasferita.

      Per esempio, quando gli scienziati hanno tentato di migliorare le qualità nutrizionali dei semi di soia, mediante l’inserimento di un gene delle noci brasiliane, le persone allergiche alle noci hanno sviluppato un’allergia anche ai semi di soia. Naturalmente, il risultato fu che questo tipo di soia, destinato unicamente all’alimentazione animale, non fu mai introdotto sul mercato. Da qui, nutrizionisti, animalisti, ambientalisti, insomma tutti i vari esperti “isti” contro gli OGM si sono trovati inevitabilmente alleati, convinti che la manipolazione genetica non possa evitare il rischio di scatenare allergie a catena.

      In realtà, gli scienziati conoscono bene quali tipi di proteine possono, eventualmente, innescare reazioni allergiche e quali, invece, no. Almeno due sembrano essere i principali criteri discriminanti. Innanzitutto, se una proteina è facilmente solubile può essere un potenziale allergene, in quanto ha più probabilità di passare dalle pareti dell’intestino al circolo sanguigno, reagendo così con le cellule del sistema immunitario.

      I test standardizzati che riproducono il funzionamento dell’apparato digerente lo dimostrano molto bene, quindi, queste proteine potenzialmente allergeniche sono sicuramente bandite da ogni manipolazione genetica. Alla luce di questi risultati, le sequenze amminoacidiche specifiche all’interno delle proteine sono state isolate e catalogate in database molto rigorosi, che consentono agli scienziati anche di fare un utile confronto tra proteine transgeniche e quelle naturalmente esistenti.

      Il secondo criterio rivelatore delle potenzialità allergologiche delle proteine riguarda, invece, il peso molecolare. La maggior parte degli allergeni, infatti, possiede un peso molecolare nell’ordine di 10.000 – 40.000 dalton (dove un dalton è definito come un dodicesimo della massa di un atomo di carbonio-12 ed equivale, approssimativamente, alla massa di un atomo di idrogeno). Quindi, anche le dimensioni e il peso delle molecole sono una guida importante per gli scienziati, in grado di aiutarli ad orientarsi nello straordinario labirinto della sperimentazione genica evitando loro clamorosi tonfi.

      L’attenzione a questi argomenti è sempre più accesa, tanto che ormai, paradossalmente, le proteine coinvolte nella manipolazione genetica sono diventate oggetto di studi ancor più meticolosi, rispetto a quelle naturalmente presenti nei cibi. L’unica cosa certa riguardo la relazione tra Ogm e allergie, al momento, è che nessun essere umano abbia sviluppato una qualsiasi nuova reazione allergica verso una qualsiasi proteina presente in cibi geneticamente modificati finora messi in commercio. Tuttavia, la ricerca scientifica è in costante cammino e nel momento stesso in cui scrivo queste righe, forse, in qualche punto del mondo qualcuno sta già mettendo in discussione i traguardi raggiunti, per riaccendere la curiosità, il desiderio e la necessità di conoscere sempre di più. Questa è la Scienza, un inarrestabile e irreversibile domino, mosso dalla fiamma ardente del sapere!


      (fonte: teatro naturale)

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  16. Francesco Sala è stato il più attivo e poliedrico biologo delle piante che ha speso tanta parte delle sue conoscenze ed energie per spiegare come gli OGM potevano servire a salvare le classiche produzioni tipiche italiane, dal pomodoro Sanmarzano al riso carnaroli, le cui coltivazioni stanno scomparendo a causa da un lato di virus e funghi, ma dall'altro della ostilità preconcetta di tanti verso le biotecnologie in agricoltura. Per la maggior parte dei scienziati i prodotti OGM commercializzati finora sono da considerarsi sicuri almeno quanto quelli convenzionali. Poiché ogni nuovo prodotto OGM messo in commercio richiede opportuni controlli, che non vengono effettuati sulle nuove varietà convenzionali. Uno di questi scienziati è il giovane Federico Baglioni. Egli sostiene che non esiste il concetto di rischio zero né per gli OGM, dove l’unico caso di reazione allergica è avvenuto prima della commercializzazione e ha decretato l’abbandono di quel prodotto, né tanto meno per prodotti di cui giornalmente ci cibiamo e che consideriamo “tradizionali”. Questi ultimi, infatti, oltre ad essere frutto di modifiche grossolane e spesso più invadenti di quelle provocate con l’ingegneria genetica, contengono composti tossici noti (prezzemolo, caffè ecc.) e causano in individui sensibili reazioni allergiche accertate (noci, nocciole, fragole..). Oggi secondo molti esponenti politici, gli OGM non ci servono, e anzi potrebbero danneggiare l’immagine all’estero del settore agroalimentare italiano, fatto di eccellenze e prodotti locali. Baglioni a questa affermazione risponde sostenendo che ad oggi importiamo milioni di tonnellate di derrate alimentari per la zootecnia, provenienti principalmente dal Sud America, che sono per la gran parte OGM. Dunque dire che “non ci servono” significa non sapere quanto siamo dipendenti da questi prodotti. Il made in Italy, di cui ci facciamo vanto all’estero, deriva proprio dall’utilizzo di mangimi e conferma la buona qualità dei prodotti OGM utilizzati. Dunque non solo abbiamo bisogno di OGM, ma sarebbe molto più sensato utilizzare la filiera italiana, e produrre gli OGM qui, valorizzando il settore tecnologico piuttosto che dover importare il prodotto finale dall’estero, pagando anche tutti i costi di filiera straniera.
    La maggior parte dei scienziati di più vasta notorietà e prestigio sostengono la validità degli OGM. Tra questi si possono citare: Silvio Garattini, Umberto Veronesi, Renato Dulbecco, Carlo Rubbia, Rita Levi-Montalcini.

    https://mygenomix.wordpress.com/2013/06/28/tutta-la-verita-sugli-ogm-intervista-al-biotecnologo-federico-baglioni/

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    1. Beh, questo commento è di tutt'altro tenore rispetto al primo. Non è che voglio vi adeguiate alle mie aspettative! L'obiettivo è cercare di chiarire un po' meglio a noi stessi "la nebulosa OGM". Visto che hai parlato dell'ormone somatotropina GM somministrato alle mucche e degli effetti negativi provocati sulla salute dal corrispondente aumento nel latte dell'Igf-1, prova a trovare sulle riviste scientifiche suggerite nel blog, qualcosa di più su questo studio ;-)

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  17. Come si è detto prima,gli OGM aumenterebbero la resistenza agli antibiotici per alcuni microrganismi generalmente patogeni..in rete però ho trovato un articolo che smentisce tutto ciò..i geni che si introducono negli organismi che vanno geneticamente modificati, sono intollerabili ad alcuni antibiotici che non sono somministrati per la cura di malattie!
    Ma per evitare questa intolleranza anche per pochi antibiotici,nel 2005 il Parlamento Europeo ha severamente vietato L utilizzo di geni che conferiscono resistenza ad alcuni antibiotici nelle produzione di piante geneticamente modificate..

    http://www.torinoscienza.it/dossier/gli_ogm_aumentano_la_resistenza_agli_antibiotici_dei_microorganismi_2359.html


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    1. Nelle FAQ al dossier sugli OGM riportata su torinoscienza, che è quella citata da te, relativamente alla domanda se gli OGM aumentano la resistenza agli antibiotici dei microorganismi, si legge: "Allo stato attuale delle conoscenza possiamo affermare che questo evento è assolutamente improbabile e non si è mai verificato, ma se anche fosse possibile i geni utilizzati sono quelli che inducono tolleranza solo ad alcuni antibiotici, per lo più non utilizzati per la cura delle malattie.

      Infatti la medicina moderna ci ha permesso moltissimi antibiotici diversi, e le resistenze a questi sono controllate da geni completamente diversi fra loro.

      Quindi se il rischio esiste, riguarda probabilmente meno di una decina di antibiotici senza poter minimamente influire sull'efficacia di altri, e quindi non compromettendo la nostra capacità di curare le malattie infettive.

      Ad ogni modo per annullare definitivamente il rischio il Parlamento Europeo ha preferito vietare l'utilizzo di geni che conferiscono resistenza ad antibiotici nella produzione di piante geneticamente modificate a partire dal 2005". Quindi in Europa vige il principio della precauzione a riguardo.

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    2. Da quest articolo sembrerebbe di si..però è un articolo di 10 anni fa..e ne sono cambiate di cose..infatti in rete ho trovato un articolo interessante riguardante la patata amflora,essa oltre ad essere utilizzata per l industria della carta,in cosmetica ed in altri settori industriali..e' selezionata utilizzando come marcatore un gene che conferisce la resistenza agli antibiotici, secondo l’Adiconsum può causare una resistenza anche nell’uomo, nonostante essa sia destinata al solo consumo animale...Il gene in questione è l'nptII, che conferisce la resistenza a due antibiotici aminoglicosidici, la kanamicina e la neomicina, attivi contro molti batteri. Il rischio è che questa resistenza, nel caso gli scarti della patata vengano usati come mangime, venga trasferita ai batteri presenti nell’apparato digerente degli animali, e quindi, attraverso la catena alimentare, alla flora batterica dell’intestino umano. E per quanto riguarda la precauzione adoperata da parte dell Europa..L Efsa ha sminuito il problema dichiarando che “kanamicina e neomicina hanno un uso limitato sia in medicina sia in veterinaria”, e che “la probabilità che il gene nptII si trasferisca dalla pianta ai batteri è molto bassa”.
      Tuttavia l’Adiconsum fa osservare che la possibilità del trasferimento, per quanto bassa non può essere esclusa; del resto quello della resistenza agli antibiotici è un fenomeno già serio, e la cautela è d'obbligo anche quando il rischio di propagarla sembra trascurabile.
      Del resto anche la direttiva 2001/18/Ce, sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, vieta l'uso negli ogm di geni della resistenza usati come marcatori quando questi potrebbero avere effetti negativi per la salute umana.


      http://www.agrinews.info/gli-ogm-possono-causare-una-resistenza-agli-antibiotici-_news_x_4340.html

      Quest articolo e' stato pubblicarla nel 2010..5 anni dopo..secondo me la tematica sugli OGM avrà una discussione interminabile..perché questi organismi abbracciano tantissimi rami e anche grazie alla scienza si vengono a scoprire sempre cose nuove e anche molto interessanti..

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    3. Sarebbe su questo punto interessante acquisire un parere esperto!

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  18. La Somatotropina Bovina ricombinante (rBST)o (rBGH),è la copia geneticamente modificata della somatotropina (ormone della crescita) naturalmente prodotta dall’organismo animale. Quest' ormone proteico,allo stato naturale, stimola la produzione lattea nelle bovine e da alcuni anni è possibile produrlo industrialmente con delle tecnologie analoghe a quelle utilizzate per la produzione dell ’insulina umana.
    La somministrazione di GH bovino (BGH) fa aumentare la produzione lattea coinvolgendo numerosi processi fisiologici: nella ghiandola mammaria incrementa l ’utilizzo dei nutrienti determinando un aumento nella sintesi del latte, negli altri tessuti altera il metabolismo permettendo così la maggiore disponibilità di questi nutrienti per la sintesi del latte. I processi di ricombinazione genetica hanno permesso la produzione di grandi quantità di BGH puro e hanno suscitato quindi l ’interesse commerciale di numerose aziende farmaceutiche arrivando così alla vendita dell ’rBST ossia la somatotropina bovina ricombinante. La tecnica di produzione della (rBST) prevede l ’utilizzo del batterio Escherichia coli ceppo industriale K12 che ingegnerizzato viene coltivato in fermentatori su specifici terreni di coltura. Il batterio replica velocemente consentendo così la “produzione ”di notevoli quantità di somatotropina che, dopo l ’uccisione dei batteri, verrà isolata, purificata e infine preparata per l ’uso commerciale. La rBST viene somministrata mediante impianto sottocutaneo o anche per via intramuscolare. In quale modo la rBST raggiunga i suoi scopi non è del tutto chiaro, il miglioramento nella produzione lattea sembra sia dovuto per lo più alla differente ripartizione dei principi nutritivi apportati con la dieta verso la mammella piuttosto che verso le riserve corporee.
    Il trattamento di vacche da latte con rBST ha comportato un minor recupero di condizione corporea rispetto alle vacche di controllo. Vi possono essere alcuni effetti collaterali quali:
    -un ’aumentata incidenza delle patologie podali nelle bovine trattate a lungo con rBST ;
    -effetti avversi alla riproduzione: la fecondità delle bovine multipare passa dallo 82% al 73% e nelle primipare dal 93% al 63%;
    -i vitelli partoriti da bovine trattate presentano maggiori problemi sanitari rispetto ai vitelli nati da madri non trattate;
    Inoltre, latte da mucche trattate con rBGH contiene livelli elevati di IGF-1. “I fattori di crescita insulino-simili, noti anche come IGF o somatomedine, sono un gruppo di ormoni peptidici dalle proprietà anaboliche, prodotti dal fegato sotto lo stimolo dell’ormone della crescita (GH) prodotto dall’ipofisi. L’American Cancer Society riporta i primi studi legati a IGF-1 come un contributo allo sviluppo del tumore, in particolare della mammella, della prostata e del colon-retto.
    La contestazione sull'uso di questo ormone è in stretta correlazione con quella contro gli alimenti OGM, entrambi progetti capitanati dalla multinazionale statunitense della Monsanto.
    Prof, spero che sia di vostro gradimento :)

    http://www.ordiniveterinaripiemonte.it/rivista/02n08/03.htm

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    1. Quindi se ho ben capito si tratta di un ormone, la somatotropina, identico a quello "naturalmente" prodotto dalla mucca, ottenuto però dai batteri come si fa con l'insulina. Non si tratta quindi di cibo. Io non sono un medico, però è noto che la somministrazioni di ormoni è una cosa molto delicata per la complessa rete di relazioni con la fisiologia e il metabolismo. Quindi in questo caso non è la modalità di produzione dell'ormone che ha importanza ma gli effetti della somministrazione massiccia dell'ormone stesso!

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    2. Si prof, dalla ricerca che ho effettuato ho dedotto che è importante la quantità di assunzione dell' ormone e non il modo in cui questo ormone viene prodotto.

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  19. prof leggendo il vostro commento ho trovato interessanti queste considerazioni riguardo l'ormone somatotropina!Studi recenti - alla cui elaborazione ha partecipato anche il dottor Michael Hansen, dirigente dell'Unione dei consumatori statunitensi - hanno dimostrato che l'aumento insolito di questo ormone è correlato con l'aumento dello sviluppo di cancro al seno, alla prostata e al colon. Per Hansen, le mucche che ricevono l'rBGH, la somatotropina, sono soggette a un aumento significativo di patologie, tra cui mastiti e problemi di gestazione. Gli animali soffrono moltissimo e il latte contiene resti di antibiotici, pus e sangue a causa delle continue malattie e dei conseguenti trattamenti farmacologici. Quei residui provocano una maggiore resistenza agli antibiotici nei batteri che albergano nello stomaco e intestino di chi consuma il latte (e derivati) prodotto dalle mucche trattate. L'utilizzo del rBGH è proibito in Europa, Canada, Giappone, Nuova Zelanda e Australia, ma il suo utilizzo commerciale è consentito in Usa, Messico, centro e sud America, paesi che hanno ritenuto attendibili gli studi propinati dalla stessa Monsanto.

    Nelle relazioni presentate dalla Monsanto alla Fda si dava conto del fatto che il bestiame si ammalava più spesso e che nel latte delle mucche trattate con rBGH si riscontrava un aumento significativo dell'ormone IGF-1. Monsanto non è certo nuova a questo tipo di manipolazioni, lo ha fatto anche con altri studi che, attraverso test su topi di laboratorio, dovevano indicare l'eventuale tossicità di alcune varietà di patate e mais geneticamente modificate: nonostante gli evidenti risultati di pericolosità, in conclusione finiva sempre per considerarli non «importanti» per la salute umana, mentre revisioni ulteriori degli studi da parte di ricercatori indipendenti hanno sempre dimostrato il contrario.

    Grazie proprio al lavoro di ricercatori indipendenti, i consumatori statunitensi sembrano cominciare a prendere coscienza dell'importanza della qualità degli alimenti che finiscono nei loro piatti e cominciano a chiedere più chiarezza. Dopo la divulgazione delle informazioni che dimostrano i rischi dell'ormone rBGH, alcune catene di supermercati come Kroger e Safeway, e gli Starbucks coffee, di fronte al calo delle vendite, hanno cominciato a promettere e garantire ai propri clienti di non commercializzare latte con ormoni artificiali. Non è poco, ma purtroppo bisogna credergli sulla parola, visto che negli Stati uniti non esistono etichettature che rendano noto al consumatore se un prodotto contenga o meno ormoni, organismi geneticamente modificati o altro.

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    1. Paola, avevamo già chiarito che qui non è colpa degli OGM. L'ormone è prodotto rapidamente per questa via e, in questo senso, ne agevola l'uso, ma avrebbe prodotto gli stessi effetti anche se non fosse stato prodotto per via biotecnologica. E' la somministrazione massiccia di questo ormone che è in discussione.

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  20. Vi invito tutti a questa istruttiva lettura di un articolo pubblicato oggi sulla rivista WIRED:

    http://www.wired.it/lifestyle/food/2015/05/12/contro-natura-cibo/?utm_source=wired&utm_medium=NL&utm_campaign=daily

    Si recensisce un libro, scritto dal chimico Dario Bressanini e dalla biotecnologa Beatrice Mautino, che sfata molti dei miti sugli OGM che alimentano la falsa retorica "OGM free" italiana.

    Riguardo, ad esempio. alle varietà di grano tenero che usiamo quotidianamente per pane, pizza, torte, non OGM a rigore di legge, in quanto non ottenute per trasferimento di singoli geni con gli strumenti delle biotecnologie, ma ottenuti da incroci con trasferimento di interi genomi, si chiedono, gli autori: " Perché trasferire un solo gene con le tecnologie del dna ricombinante è sempre un atto contro natura (anche quando rimaniamo all’interno della stessa specie) ma non lo è se trasferiamo un intero genoma da una specie all’altra, come quando si crea un grano sintetico?

    Un'altra riflessione: l'accordo agricoltore- multinazionale per la vendita di KIT (semi + diserbanti) non riguarda solo le sementi OGM ma anche quelle selezionate per la naturale resistenza ai diserbanti. La cosa inquietante è che i geni che conferiscono tale "resistenza naturale" sono coperti da brevetto come gli OGM. E qui tornano le riflessioni di RIFKIN, su "IL SECOLO BIOTECH", che ho ripreso nel banner del blog: "… è lecito ridurre il serbatoio genetico ad una proprietà privata?". E persino quello "naturale" poi? Concludono gli autori: " Così nella nostra Italia OGM-free noi consumatori compriamo serenamente olio di semi di girasole o riso che vengono coltivati proprio con quelle strategie commerciali che la narrativa anti-OGM ci aveva presentato come possibili solo grazie alle tecnologie del DNA ricombinante…".

    Alimentiamo i nostri animali con soia e mais OGM comprati all'estero e poi facciamo pregiati prosciutti e formaggi d.o.p. e i.g.p.,per i qualii mai ci sogneremmo di dichiararlo in etichetta: insomma è tempo di svelare questa ridicola ipocrisia e di buttar giù la maschera? I politici con le loro leggi ci ingannano consapevolmente o non hanno idea di come stanno le cose?

    Per concludere gli autori citano l'istruttiva storia della mela OGM, resistente all'attacco fungino che produce la "ticchiolatura", creata a Bologna dal gruppo di ricerca di Sansavini. Il gene, individuato in una varietà minore, fu poi inserito con un vettore virale nelle altre varietà. Sarebbe stata indubbiamente una mela più sana perché avrebbe evitato il massiccio uso di antiparassitari. E invece? E invece in Italia, per una volta all’avanguardia nell’innovazione agricola, questo lavoro è stato buttato alle ortiche per i permessi di sperimentazione in campo aperto mai concessi. Chi si è avvantaggiato della scoperta italiana è adesso l'Olanda. Noi, nel solco di una triste tradizione, abbiamo perso l'ennesima sfida dell'innovazione!

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  21. La competitività è il criterio naturale dell'evoluzione. Quindi è considerata un "bene" anche quando esportata nel settore economico. Ora, l'evoluzione dell'economia della nostra società globale (es. gli accordi economici che rendono obsoleto il concetto di sfruttamento dei paesi poveri da parte delle multinazionali, tanto che si potrebbe parlare quasi di "simbiosi") incide al punto tale non solo sulla nostra vita, ma anche su tutte le forme di vita del pianeta, che presto non potremo più permetterci di fare affidamento sulla "tendenza statistica al bene comune" del mercato e della finanza. Credo che non ci convenga più affidare il “valore” alle leggi del mercato quando si tratta di scelte che devono essere fatte per il bene di centinaia di milioni di persone o miliardi. Ossia la stessa possibilità di realizzare grossi guadagni, anche se reinvestiti in salute e benessere, o la possibilità di un'azienda di superarne altre avviandole al declino (criteri-stimoli di competitività economici), alla fine si trasformeranno in un qualcosa di vecchio ed obsoleto, in uno spreco di risorse, anche quando non serviranno più, come ora, ad alimentare imperialismi vari.
    Credo che la scienza e le grandi multinazionali siano divenute abbastanza mature e responsabili - e soprattutto esperte - da poter direttamente prendere decisioni - quelle sì - multinazionali, indipendentemente dalla necessità di primeggiare ai massimi livelli di competitività, godendo di fondi internazionali, piuttosto che di appoggi politici o militari. Una buona idea, o un esperimento ben riuscito, allora, sarebbero patrimonio dell'umanità, e non -come le mele antiticchiolatura – un vantaggio per la nazione o azienda più aggressiva e meno condizionata da pregiudizi mediatico-politici (I politici ci ingannano consapevolmente o non hanno idea di come stanno le cose? La "seconda che hai detto”, Ivana). Insomma, chi ancora pensa che il miglior deterrente per far sì che un'attività complessa come alimentare e garantire la salute a 7 miliardi di persone e salvaguardare l'ambiente adatto alla biosfera sia la paura che poche grandi aziende subiscano gravi conseguenze economiche a causa dei loro errori, sta veramente affidandosi alla fortuna. Credo piuttosto che eliminando il valore monetario come (inutile) intermediario tra il valore reale condivisibile e le potenzialità del cambiamento e adattative che ci derivano dalla nostra intelligenza, sarebbe automatica la pubblicazione e la liberalizzazione dei brevetti, la possibilità per tutte le aziende che lavorano per il benessere dell'umanità e sostenute dalla ricerca con fondi pubblici ad ogni livello, e indipendentemente dalle dimensioni, di operare al meglio. Sarebbe perfino possibile avere la resistenza ai parassiti e - insieme - la biodiversità. Sarebbe più facile raggiungere una condizione di evoluzione sociale basata su stati "quasi stazionari", una cosa simile a quella che per il singolo organismo è l'omeostasi. L'etica è secondo me secondaria a questa prospettiva, ma vediamo anche l'etica cosa ci dice. Sappiamo bene quanti giri, ricircoli e riciclaggi ha il "valore monetario" nel mondo. Sono tali che una grande azienda che riesca a costruire un brevetto per un tipo innovativo di coltivazione potrebbe "a sua insaputa" riuscire a collezionare le finanze necessarie grazie a dei capitali derivanti all'origine dalla vendita di armi, da una guerra civile in qualche parte del mondo. Insomma, dal mantenimento delle tante spaccature e i tanti squilibrio che ci sono nel mondo che - questo punto - diventano funzionali alla sopravvivenza stessa di un tipo di economia che non è quella dell'uomo per l'uomo. La moneta proveniente da una zona "torbida" viene ripulita nell'entrare in una banca, poi riesce "candida" da un'altra banca. È forse etico tutto ciò?

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    1. Caro Alfredo,
      benvenuto nel nostro blog e GRAZIE “per esserti lasciato catturare” dalla nostra Debora, delegata alla caccia di esperti!
      Innanzitutto ti presento alla nostra comunità.
      Alfredo Tifi è un chimico e uno studioso di didattica. E’ uno degli autori del vostro libro del biennio: “Esploriamo la chimica”, ricordate? Attualmente insegna Chimica in un Istituto Tecnico di Macerata.
      Il tuo commento, sul fatto che l’economia è così pervasiva da non consentirci più di confidare sulla “tendenza statistica al bene comune”, mi ha ricordato il modello di Axelrod sull’evoluzione della cooperazione (bene comune) che può emergere, in modo sorprendente e inatteso come sommatoria dei comportamenti di individui egoisti che perseguono solo il loro interesse. E’ un comportamento che salta fuori sul lungo periodo, perché solo alla lunga ci si accorge “che io sto bene se il mio vicino sta bene”, se fuori dalla mia porta c’è ancora un po’ di bellezza. Come ha detto Martina in una discussione con Antonio, “con la scarsità di cibo, la distruzione degli habitat ecc.. cosa te ne fai del denaro (carta) se non hai più cibo e acqua?”.
      Approfitto per raccontare ai ragazzi, se non ne hanno mai sentito parlare, il dilemma del prigioniero di Axelrod.
      “Due detenuti vengono interrogati separatamente da un giudice. Se uno dei due accuserà l'altro il giudice promette la libertà al primo e darà 30 anni al secondo. Ma se nessuno parlasse sarebbero liberi entrambi dopo un anno di carcerazione preventiva. Se si accusassero entrambi si prenderebbero infine 15 anni a testa. Il problema per ognuno dei due è: cosa farà l'altro? "Se io non parlo e lui sì - penseranno entrambi - lui sarà libero e io avrò 30 anni da scontare. Converrà dunque accusarlo. Almeno avrò uno sconto di 15 anni. Se poi lui sarà così stupido da non accusarmi a sua volta sarò libero subito". Così per entrambi, comportandosi egoisticamente (una razionalità a corto raggio, direi), ci saranno 15 anni di galera, mentre se nessuno dei due avesse parlato ne avrebbero scontato uno solo, soluzione più intelligente ma che implica il fidarsi dell’altro. Questa soluzione cooperativa, è improbabile dato il guadagno che ognuno avrebbe a ingannare l'altro (se questi si fidasse): il "traditore" del patto verrebbe liberato, mentre all'onesto" toccherebbe la cosiddetta "ricompensa del babbeo": 30 anni.
      Eppure dopo un po’ ci si accorge che conviene fidarsi e che, in generale, “se un gruppo di persone adotta una strategia secondo un modello cooperativo vantaggioso per tutti, questa finisce, dopo un certo numero di interazioni, per essere adottata da tutta la popolazione…”.
      Insomma speriamo che il modello di società da te auspicato e la consapevolezza dell’insostenibilità a lungo termine di comportamenti predatori vengano raggiunti prima che avvenga un cortocircuito nell’economia (a chi vendere, ad es., sementi costose se gli agricoltori diventano sempre più poveri?) o che i danni sul nostro pianeta diventino irreversibili.

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  22. Dei prodotti OGM se ne sente parlare ormai ogni giorno in quanto a partire dai cibi che mettiamo in tavola la maggior parte si tratta di mangiare geneticamente modificato , possiamo dimenticare i frutti di stagione perchè grazie ai nuovi processi tecnologi vi sono frutta e ortaggi che resistono a qualsiasi temperatura e crescono in qualsisi stagione dell' anno , di fatti non vorrei soffermarmi molto su questo aromento in quanto il mio stupore è stato attratto dal "Tabacco come Vaccino".
    informandomi meglio su tale argomento ho trovato la seguente informazione della quale io non ero a conoscenza : "Si è cominciato a ipotizzare l'utilizzo del tabacco per sviluppare il vaccino perché questa pianta è in grado di produrre rapidamente anticorpi in caso di emergenza" ha spiegato Charles Arntezen, esperto di biotecnologia vegetale presso l'Arizona State University. Il processo di estrazione degli anticorpi dalla pianta richiede settimane: per produrre le proteine terapeutiche si fanno fondere i geni per gli anticorpi desiderati con i geni di un naturale virus del tabacco. Le piante di tabacco vengono poi infettate con questo nuovo virus artificiale. "La pianta, che a questo punto produce anticorpi per contrastare l'infezione, viene poi macinata e gli anticorpi vengono estratti", spiega ancora Arntezen. ZMapp è quindi una risposta immunitaria artificiale contro le proteine del virus Ebola. Questa del "siero miracoloso" estratto dal tabacco è la prima ipotesi di cura della malattia infettiva che ad ora ha ucciso almeno 887 persone in Liberia, Guinea, Sierra Leone e Nigeria, con un tasso di mortalità del 60%. "
    dal link ww.huffingtonpost.it/2014/08/05/ebola-primo-vaccino-ministro-lorenzin-italia-nessun-pericolo_n_5651595.html.

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  23. Inizio col dire che questa parte sugli OGM, è forse la più complessa e la più argomentata, con domande e risposte che lasciano però a mio parere alcuni vuoti, su alcuni argomenti. Si è parlato di cibo transgenico, di etica, di competitività, di fermentazioni, dei vari casi di cibi transgenici e dei pro e dei contro.
    Io, mi sono posto un altra domanda.
    "Perché non servono gli OGM per risolvere la fame nel Mondo"?
    http://www.liberidaogm.org/liberi/folder_file/Dossier_OGM-in-Agricoltura_Le-ragioni-di-chi-dice-no.pdf
    Nella pagina 51, è presente un articolo abbastanza importante a mio parere, su questo grande argomento che sono gli OGM, e come, in un futuro, "«Principale responsabile della denutrizione e della fame sul nostro
    pianeta è la distribuzione ineguale delle ricchezze. Un'ineguaglianza
    negativamente dinamica: i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri
    sempre più poveri. Nel 1960 il 20% degli abitanti più ricchi della terra
    disponeva di un reddito 31 volte superiore rispetto a quello del 20% degli
    54
    abitanti più poveri. Nel 1998 il reddito del 20% dei più ricchi era 83
    volte superiore a quello del 20% dei più poveri.
    Le 225 fortune più grandi del mondo rappresentano un totale di oltre
    mille miliardi di dollari, ossia l'equivalente del reddito annuale del 47%
    più povero della popolazione mondiale, circa 2,5 miliardi di persone.
    Negli Stati Uniti il valore totale netto della fortuna di Bill Gates è uguale
    a quello dei 106 milioni di americani più poveri».

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    1. Il bell'articolo di Giuseppe Pugliese, nella sua parte finale riguardo le questioni etiche sollevate dagli OGM, ha già chiarito questo punto. Attualmente sul pianeta si produce cibo sufficiente a sfamare l'umanità, tuttavia le cattive politiche di distribuzione delle ricchezze fa si che una larga fetta di umanità muoia di fame.

      Rileggete il post, ne vale la pena!

      http://www.itasbiotec.blogspot.it/2015/03/il-deserto-e-le-nuove-frontiere.html

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  24. Non posso esprimere in modo imparziale il mio parere sugli OGM in quanto come ogni cosa hanno i loro pro e contro. Molte persone, considerano gli OGM un potenziale pericolo per la salute, in quanto la modificazione genetica di piante utilizzate per fini alimentari, potrebbe comportare l'introduzione nella catena alimentare di prodotti con potenziali effetti collaterali. Effettivamente i rischi sono molteplici, uno dei rischi potenziali legato alla modificazione genetica delle piante ad uso alimentare è che l'inserto genico porti alla produzione di proteine non normalmente presenti nella pianta stessa e che potrebbero causare reazioni allergiche. Ma il rischio non è solo derivato dalle proteine codificate gene di interesse, ma anche da potenziali modifiche nel metabolismo della pianta che possono derivare da interazioni con gli altri geni, portando alla produzione di sostanze non presenti nelle piante convenzionali. D'altro canto, sono utili al fine di curare alcune gravi malattie. Una scoperta molto valida e positiva è stata quella dei pomodori viola OGM arricchiti con antiossidanti in arrivo dal Canada. Frutto dell’incrocio tra normali pomodori rossi e un fiore, il bocca di leone, il pomodoro viola risulta tale per via dell’elevata presenza di antiocianina. Questo antiossidante favorisce in maniera naturale la lotta ai radicali liberi e in generale alla degenerazione dei tessuti ed è inoltre associato al contrasto di alcune patologie tumorali.
    Il link:http://www.greenstyle.it/pomodori-viola-ogm-anticancro-presto-in-commercio-70836.html

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    1. Mi trovo d'accordo con te Concetta , anche se comunque prima di essere immessi sul mercato , vengono effettuate le diverse identificazioni di tossicità.
      L 'identificazione della tossicità viene fatta verificando se essa sia in grado di provocare effetti negativi sulla salute.Spesso il costituente nuovo non appartiene al vegetale ma è presente in natura. Questo fenomeno si verifica nel mais transgenico che esprime l endotossina del Bacillus thuringensis.La valutazione dell endotossina viene fatta anche in rapporto alla degradazione intestinale della proteina a componenti di basso valore tossicologico. Un rapporto della FAO propone 90 giorni di tempo come durata minima per valutare la sicurezza di ripetute assunzioni di cibi geneticamente modificati nella dieta del ratto e consiglia di prolungare il tempo qualora si verifichino fenomeni che richiedono ulteriori indagini.

      http://unica2.unica.it/biotecnologie/index2.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=399&Itemid=218

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  25. A mio parere non è facile esprimere un vero e proprio giudizio sui prodotti OGM.... Nel nuovo mondo dell'ingegneria genetica, Dean Della Penna immagina un futuro radioso dove pomodori e broccoli scoppiano di sostanze antitumorali e i raccolti di riso, patate dolci e manioca sono pieni di vitamine e utili per sfamare le popolazioni povere. Vede un mondo in cui il grano, la soia e le arachidi sono privi di allergeni, le banane forniscono vaccini e gli olii vegetali sono così ricchi di ingredienti terapeutici che i dottori li "prescrivono" a persone che rischiano di avere un cancro o una malattia cardiaca. Della Penna, biochimico della Michigan State University, ritiene che gli alimenti transgenici rappresentino la nuova ondata di progresso nell'agricoltura e nella sanità.

    Tuttavia, mentre il biochimico e molti altri vedono grandi potenzialità in questi prodotti della nuova biotecnologia, alcuni li accolgono con insicurezza, addirittura considerandoli un pericolo. I critici temono che gli alimenti geneticamente modificati siano introdotti troppo frettolosamente nel mercato, temendo di conseguenza che la gente non capisca appieno i loro effetti. L'ansia è stata alimentata da alcune tortilla per taco contaminate da mais geneticamente modificato non approvato per l'alimentazione umana, dalla potenziale diffusione di "supererbacce" generate da geni diffusi da raccolti alterati e dai possibili effetti nocivi del polline di granoturco transgenico sulle Monarche
    http://www.nationalgeographic.it/scienza/ricerca/2010/04/14/news/food_how_altered_-3496/

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  26. A mio parere le nuove biotecnologie in campo agro-alimentare, con la creazione degli OGM, sicuramente offrono ottime opportunità per la risoluzione di differenti problematiche sociali; pertanto non è pensabile di porsi nettamente a loro sfavore! Oggi viviamo in una società che presenta molte contraddizioni, una società con grossi punti di criticità ma anche notevoli punti di forza.Probabilmente l'evoluzione del sistema sociale ed economico ci porterà (me lo auspico!!) al raggiungimento di un equilibrio, uno "stato stazionario" come citava il professore Alfredo Tifi, dove, ci piace immaginare, che le aziende, finanziate da fondi pubblici, lavoreranno e produrranno per il bene comune! Ma allo stato attuale delle cose, in un momento storico dove le scelte produttive sono fortemente condizionate dal profit e dalla pubblicità, dove in modo subdolo si "costruiscono"bisogni" per poi soddisfarli, si creano dipendenze per poi curarle, io credo che bisogna andare molto cauti nel sostenere incondizionatamente determinate scelte convinti che l'evoluzione tecnologica abbia in se una naturale spinta verso il bene!!

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  27. Gli organismi geneticamente modificati (OGM) rappresentano una delle più dibattute innovazioni tecnologiche degli ultimi anni. Questo a causa della novità assoluta da essi rappresentata: per la prima volta, infatti, i caratteri genetici degli esseri viventi (siano essi piante, animali o microrganismi) vengono modificati direttamente e in modo mirato a livello del DNA, anziché attraverso processi di incrocio, mutazione e selezione. L’adozione del nuovo paradigma di miglioramento genetico, che ha comportato il passaggio dalle basi empiriche ai modelli meccanicistici, ha sollevato un vivace dibattito, generando domande di natura etica, ambientale, sanitaria, economica e sociale. Molti di questi temi sono stati affrontati dalla scienza e dalla politica che hanno dato risposte rivelatesi più o meno esaustive e conclusive; a tutt’oggi, rimangono comunque aperte molte problematiche che meritano ulteriori approfondimenti.

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  28. io credo che i prodotti OGM nella società moderna possono avere diversi riscontri sia positivi che negativi. Aumento della probabilità di cibo garantito per le popolazioni in crescita , mentre gli svantaggi potrebbero essere : Potenziale impatto con la salute dell'uomo, con l'ambiente e la perdita delle biodiversità, della flora e della fauna . sottto elencherò i principali vantaggi e svantaggi di un organismo OGM :
    -ridurre l’uso di pesticidi e fitofarmaci;
    -variare le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche di un cibo per una migliore dieta;
    -aumentare la produttività delle piante.
    I principali svantaggi di un organismo OGM sono:
    -l’inquinamento genico o bioinquinamento;
    -la bioinvasione;
    -l’inquinamento chimico acuto;
    -lo sviluppo specifico di specie virali ibride.

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  29. Molte persone negli Stati Uniti non sanno che mangiano cibo geneticamente modificato sin dalla metà degli anni Novanta. Più del 60 percento di tutti i prodotti che circolano negli scaffali dei supermercati USA, come la pizza, le patatine, i biscotti, i gelati, i condimenti per insalata, lo sciroppo di mais e il lievito in polvere contengono ingredienti provenienti da soia, grano o colza modificati.
    Nel decennio scorso, questo tipo di piante sono passate da alcune sporadiche serre a vasti campi coltivati (si parla di 52.609.344 ettari di terreno in 13 paesi, tra i quali l'Argentina, il Canada, la Cina, il Sud Africa, la Germania e la Spagna). Negli Stati Uniti, lo spazio adibito a questa particolare coltivazione si è moltiplicato di 25 volte, passando da circa un milione e mezzo di ettari nel 1996 a oltre 35 milioni nel 2002. Più di 50 raccolti diversi sono stati sottoposti a controlli federali e circa altri cento vengono testati in campo al momento.http://www.nationalgeographic.it/scienza/ricerca/2010/04/14/news/food_how_altered_-3496/

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  30. Io sono sfavorevole agli OGM,perchè nonostante essi potrebbero in teoria risolvere molti problemi riguardanti l'alimentazione non siamo ancora in grado di controllare i rischi e le controindicazioni ad essi legati come:
    rischi per l’ecosistema:
    * inquinamento genico o bioinquinamneto, che è la trasmissione del gene nuovo ad altre piante non modificate attraverso il polline.
    * la bioinvasione: è la crescita invasiva della popolazione modificata con seguente distruzione delle varietà autoctone
    * sviluppo di specie virali ibride nelle aree coltivate a piante transgeniche con caratteristica di virus-resistenza
    Rischi per il consumatore:
    * le proteine di origine transgenica possono provocare delle reazioni allergiche o tossiche.
    Pertanto nonostante in teoria con essi potremmo combattere la fame nel mondo (ma non è cosi facile),potremmo creare problemi per noi e per l'ambiente che non possiamo ancora prevedere.

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  31. Al di là della polemica “gli OGM fanno male alla salute umana” o “gli OGM fanno male all’ambiente”, vorrei far notare che quello delle produzioni transgeniche è solo uno dei tanti temi connessi all’ampia problematica relativa all’apertura dei nostri mercati a quelli della globalizzazione. In un futuro ormai prossimo, le nostre produzioni agro-alimentari dovranno confrontarsi non soltanto con quelle caratterizzate dalla presenza di un materiale genetico particolare, ma anche con quelle provenienti da Paesi caratterizzati da costi dei fattori della produzione inferiori, o che non hanno limitazioni nell’utilizzazione di determinati prodotti chimici, siano essi concimi e/o antiparassitari o fitoregolatori od ormoni della crescita, da Paesi nei quali il lavoro minorile non è tutelato o è, addirittura, incentivato e/o sfruttato, da Paesi che non hanno la “626” e l’elenco potrebbe continuare ancora.

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  32. Parlando in generale delle biotecnologie in campo agroalimentare potremmo dire che esse mirano a raffinare macroscopicamente e rendere più sicuri quei processi rudimentali e grossolani a cui i contadini ricorrevano da centinaia d’anni. In sintesi, le tecnologie d’intervento sul patrimonio genetico dei vegetali possono essere di processo o di prodotto.
    Le biotecnologie di processo hanno 3 ambiti di applicazione:
    complementare: modificare il DNA di una pianta per renderla tollerante a un diserbante,
    di sostituzione: le modifiche mirano ad ottenere una resistenza a insetti parassiti, a virus o a funghi e batteri nemici di quella specie vegetale,
    agronomico: le modifiche sono finalizzate al raggiungimento di diversi risultati quali variare la biologia riproduttiva del vegetale, controllare la forma della pianta o la sua velocità di sviluppo, stimolare la produzione di frutti senza semi, incidere sul colore dei fiori o rendere la pianta resistente a stress ambientali.
    I benefici derivati dall’impiego di queste tecnologie sono:
    maggiore produttività di una coltivazione (incremento dal 5 al 15-20 per cento delle rese per ettaro coltivato),
    risparmio economico (occorrono meno diserbanti e antiparassitari e diminuisce il numero degli interventi sul campo, con un risparmio sul costo del lavoro fino al 40 per cento),
    prodotti più facilmente trattabili con macchine automatiche (nel caso del controllo della forma),
    possibilità di eseguire più semine, e quindi più raccolti nella stessa stagione (nel caso di piante che crescono velocemente),
    possibilità di coltivare in zone considerate inadatte (stress ambientale, terre poco fertili o semi aride, vicinanza di acque salmastre, ecc.).
    Le biotecnologie di prodotto hanno due ambiti di applicazione a seconda se gli obiettivi interessano:
    la qualità del prodotto (modificazione della maturazione dei frutti, composizione degli olii vegetali, incremento o diminuzione della percentuale di amidi o altri polisaccaridi);
    le caratteristiche nutrizionali dell’alimento (salubrità dei frutti, diminuzione della tossicità alimentare e del potere allergenico, aumento delle componenti nutritive quali ad esempio le vitamine, e altri peculiarità come la qualità panificatoria o la predisposizione a una frittura più rapida e con minore assorbimento di olio).
    La prima generazione di colture ottenute con l’impiego delle moderne biotecnologie ha portato benefici agli agricoltori e ha consentito un minore impatto ambientale delle coltivazioni stesse. La caratteristica più diffusa dei prodotti agricoli geneticamente modificati è la tolleranza ai diserbanti (72 per cento del totale delle coltivazioni), seguita dall’auto-protezione dagli insetti (20 per cento) e da una combinazione delle due (8 per cento).
    http://www.monsanto.it/chia_siamo/biotecnologie/agricoltura/agroalimentare.asp

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  33. L’ingegneria genetica ha introdotto, in medicina e in altri settori (farmaceutica) innovazioni significative e fondamentali accettate dall’opinione pubblica. In contrapposizione la sua applicabilità, in ambito agricolo e di conseguenza alimentare, ha creato e genera ancora oggi molte perplessità, limitando la diffusione delle biotecnologie e l’acquisizione dei suoi vantaggi. Due sono le posizioni predominanti, nettamente contrapposte, sulla questione della produzione di piante e alimenti geneticamente modificati: una di accettazione e l’altra di rifiuto. Secondo Ronald J. Herring, sociologo americano della Cornell University di di Ithaca (New York), la difficoltà di accettare la manipolazione genetica in un organismo, in modo particolare nelle piante, è da attribuire alla modalità utilizzata nel divulgare le scoperte scientifiche e anche agli interessi politico – economici dei paesi industrializzati su quelli più poveri.


    http://www.ilsussidiario.net/News/Scienze/2011/12/6/OGM-Herring-Cornell-University-troppo-potere-ai-media-e-pochi-dati-veri/226913/

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    1. E' un articolo interessante che attribuisce al terrorismo mediatico le resistenze culturali agli OGM in campo alimentare. Dice anche che in India in soli due anni, l'introduzione di cotone OGM ha portato da rese bassissime a rese di circa il 90%. Sottolinea un altro aspetto importante: il passaggio ad un'agricoltura intensiva diventerà sempre più un passaggio obbligato a causa della crescente diminuzione delle superfici arabili dovuta a siccità, salinità, urbanizzazione. Il problema dell'acqua è vitale e in molte economie è più urgente di quello dell'energia.

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  34. La mia idea a riguardo degli OGM è che essi sono molto utili per tutte quelle popolazione che non hanno risorse alimentari in grado di soddisfare l'apporto nutritivo; per il resto, io preferisco, ovviamente, ciò che non è OGM, come ad esempio gli ortaggi MADE IN MAGISANO ;)
    Comunque per quanto riguarda i rischi e i vantaggi provenienti dall'utilizzo di organismi geneticamente modificati, ho trovato una sintesi ben coincisa e rappresentativa:

    Rischi e vantaggi degli OGM
    Rischi
    I rischi per l’ecosistema sono:
    * inquinamento genico o bioinquinamneto, che è la trasmissione del gene nuovo ad altre piante non modificate attraverso il polline.
    * la bioinvasione: è la crescita invasiva della popolazione modificata con seguente distruzione delle varietà autoctone
    * sviluppo di specie virali ibride nelle aree coltivate a piante transgeniche con caratteristica di virus-resistenza
    Rischi per il consumatore:
    * le proteine di origine transgenica possono provocare delle reazioni allergiche o tossiche.

    Vantaggi
    L’applicazione alle piante ha lo scopo di:
    * ridurre l’uso di pesticidi dannosi all’ambiente
    * variare le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche degli alimenti
    * aumentare la produttività delle piante, mediante l’uso di geni che regolano la crescita.

    Fonte:
    http://www.skuola.net/biologia/nozioni-basilari/ogm-rischi-vantaggi.html

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    1. Beh, Luciano grazie dell'opinione. Comunque rischi e vantaggi erano già stati individuati dalla stessa fonte, già da Mattia e Davide... Occhio!

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  35. In riferimento alle recenti cronache di attualità in materia di OGM, giova ricordare innanzitutto che l'Unione Europea non ha mai autorizzato nessun OGM per mezzo del voto a maggioranza qualificata del Consiglio dei Ministri UE, ovvero l'organo preposto alle decisioni in materia, il quale non si è mai esposto direttamente, conscio dei pericoli, da tempo accertati, di danni alla salute e alla biodiversità, dovuti agli organismi transgenici. Dobbiamo solo scoprire "come ci faranno male" e non "se" ci faranno male gli OGM. E non certo sottoponendoci a modo di "cavie umane", come sta accadendo negli Stati Uniti e, seppur in modo subdolo, anche in Europa, da qualche anno, con le cosiddette "tolleranze" di OGM, accettate negli alimenti, senza obblighi di etichettatura.
    Consiglio di guardare il servizio di Report (Rai 3) del 1998: "Il Gene Sfigurato" di Carlo Pizzati... nel quale, a detta del dirigente Novartis intervistato con le spighe di Mais (pannocchie) OGM in mano, piene di larve di piralide "vive e vegete"... gli ogm nemmeno funzionano, "...in quanto la Piralide del Mais si sposta tutta sulla granella nella spiga, dal momento che la tossina BT pesticida si esprime solo nelle parti verdi delle piante transgeniche (OGM)"... Pertanto, i danni da piralide sugli OGM, aumenteranno o al massimo rimarranno uguali. Con conseguente rischio di maggior sviluppo di micotossine negli OGM, le quali, come dimostrato ampiamente, dipendono soprattutto dalla mancanza di rotazione delle coltivazioni (monocolture di MAIS, che andrebbero semplicemente vietate), dal fatto che si usa raccogliere il Mais in autunno, spesso troppo tardi, con forte umidità e grandissimo spreco di energia per essiccarlo artificialmente. Ma, soprattutto, le micotossine famose si sviluppano nei lunghi stoccaggi (spesso di anni) di merci provenienti dai silos Americani e Canadesi, Argentini o Brasiliani e durante i trasporti nelle stive delle navi (spesso ammuffite) per lunghi periodi... ...ovviamente di Mais e Soia OGM...

    Fonte: http://www.disinformazione.it/codice_ecologico_perfetto.htm

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    1. Cara Laura, questa fonte non è che sia molto d'aiuto. Da una parte c'è l'opinione di Giuseppe Altieri agroecologo schierato per la lotta biologica e contro gli OGM; dall'altro Domenico Pignano direttore dell'istituto di Genetica Vegetale del CNR di Bari e Marco Aurelio Patti, esperto OGM, di tutt'altra opinione. Io penso sia saggio, per costruirsi un'opinione, attenersi agli studi scientifici senza "parteggiare" pregiudizialmente.

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  36. Un Ogm, ovvero un organismo geneticamente modificato, è un organismo la cui materia genetica è stata alterata mediante tecniche di ingegneria genetica, altrimenti note come tecniche di Dna ricombinante. Con questo metodo si intende la combinazione in vitro di diverse molecole di Dna per creare un nuovo gene, che viene successivamente inserito in un organismo che può essere vivente o meno. Erroneamente si suole indicare tutti gli organismi Ogm come transgenici, in realtà si parla di transgenesi solo quando si inseriscono geni esogeni in un altro organismo, ovvero un ente strutturato riceve dei geni non suoi; mentre si parla di organismi cisgenici quando si ricombinano geni dello stesso organismo. In entrambi i casi si tratta sempre di Ogm.
    Per ciò che riguarda il mercato,già nel 2000 Greenpeace Russia affermava: “di trenta prodotti che sono stati scelti per l’analisi il 30% contiene OGM. Diversi sondaggi hanno mostrato che i consumatori russi preferiscono i prodotti alimentari esenti da OGM o loro derivati​​. Nonostante questo, sono state adottate misure in Russia per informare i clienti circa gli OGM nei prodotti. L’atto normativo russo sulla marcatura (approvato con solo il capo ispettore sanitario) ordina di segnalare solo i prodotti che contengono più del 5% di ingredienti geneticamente modificate, mentre nell’Unione europea a norma di legge i prodotti devono essere contrassegnate se hanno più di 0,9% di OGM”
    “In molti paesi dell’UE e degli USA listati di aziende che utilizzano i prodotti transgenici sono pubblicati regolarmente. Nel 2000, nella lista nera americana apparve aziende come Hersey di, Mars, Coca-Cola, Pepsi-Co, Nestle, Knorr, Lipton, Parmalat “

    http://ambientebio.it/la-lista-nera-dei-produttori-alimentari-con-cibi-ogm/

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    1. A quanto pare, Greenpeace, è molto attiva nel presentare negativamente gli OGM. Sarebbe interessante capire il perché di questo accanimento. Non si fida delle multinazionali? E' comprensibile. Ma degli studi scientifici di scienziati indipendenti o di studi commissionati da governi con un gran numero di ricercatori coinvolti ci si dovrebbe fidare. Anche qui, sarebbe utile catturare un'opinione esperta.

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  37. Informandomi su esempi di alcuni prodotti Ogm ho trovato alcuni esempi di piante e organismi transgenici con riportate le loro particolarità , tra questi vi è :
    • Il pomodoro è stata la prima pianta transgenica messa sul mercato (USA,'94); dimensioni maggiori e conservazione più lunga sono le sue caratteristiche principali. Caso particolare è quello dei pomodori in scatola dell'azienda Sainsbury sulle confezioni appariva fieramente la dicitura: fatto con pomodori modificati geneticamente. In seguito l'etichetta fu cambiata.
    • Il salmone è stato modificato per sviluppare un accrescimento rapido e la resistenza al freddo.
    • ZUCCHINA resistente a un particolare virus (è stata realizzata introducendo nel suo DNA geni del virus stesso) -USA-
    • Il riso è uno dei cibi più studiati dai genetisti. Il riso transgenico è privo di allergeni e fabbrica vitamine, antivirali e vaccini. Questo cereale è la principale e a volte l'unica fonte di sussistenza per le popolazioni orientali; tale tipo di dieta è priva di vitamina A, la cui carenza provoca gravi disturbi, addirittura la cecità. La realizzazione di un riso produttore di tale vitamina sarà la soluzione di tutti i problemi legati alla sua mancanza.
    • Il più noto è il mais bt, molto più produttivo rispetto al mais naturale grazie alla capacità di uccidere le larve di lepidotteri e di resistere gli erbicidi.
    • Prodotti naturali esotici come la vaniglia del Madagascar e delle Comore, il cacao dell'Africa occidentale, lo zucchero di canna di Cuba e delle Filippine e l'olio di palma della Malaysia vengono "biopiratati" da industrie del nord del mondo, cioè vengono sostituiti da sostanze fabbricate per transgenesi a partire dai geni originari.
    • La soia transgenica è arricchita di acidi grassi insaturi per risolvere molte patologie cardiovascolari (trombosi,aterosclerosi…), patologie che affliggono una larga fetta della popolazione adulta dei paesi sviluppati. Abbastanza diffusa e contestata è la soia rr,che resiste agli erbicidi. Le polemiche nascono dal fatto che a causa di questa proprietà aggiuntiva si ha l'aumento dell'uso di erbicidi e il rischio che residui di tali "veleni" rimangano sulla pianta e arrivino fino nel piatto del consumatore.

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  38. A proposito di tecnologie. Qual è la sua posizione sugli Ogm, gli Organismi geneticamente modificati?
    «È una discussione esagerata. Gli Ogm possono porre alcuni problemi, ma si tratta di eccezioni. Persino la Rivoluzione Verde indiana fu biotecnologica. Per esempio nel riso. Il riso racconta storie di enorme interesse, anche dal punto di vista di classe».
    In che senso?
    «Dal ‘500 in poi, fino a tutta la dominazione britannica, il lavoro di selezione sul riso in India fu dettato dalle classi dirigenti, con poca attenzione alla popolazione. Quindi si puntò più alla qualità che alla quantità. In Cina avvenne il contrario, si pensò più alla quantità. Il risultato è che oggi il riso di qualità Indica è più raffinato, i chicchi si staccano, non puoi mangiarlo con le mani. Quello di qualità Sinica è più compatto, colloso. Per dire che al fondo dell’alimentazione ci sono l’economia e la politica».
    Come giudica le posizioni anti Ogm di Vandana Shiva, la militante indiana che ha un ruolo di rilievo all’Expo?
    «La apprezzo per la sua preoccupazione riguardo al benessere degli altri. Ha ragione nell’invitare a stare attenti quando si aumentano le rese agricole attraverso gli Ogm, perché si possono creare problemi all’ambiente. Ma le conclusioni che ne trae, la sua opposizione alle nuove varietà non sono logiche, conseguenti. A creare problemi non sono le tecnologie ma la cattiva gestione del territorio. Possiamo benissimo combinare le nuove tecnologie con il rispetto della biodiversità. Se non vogliamo chiamarli Ogm, chiamiamoli nuove varietà».

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    1. Presentato a Expo 2015 il quinto rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”. Dai dati resi noti emerge come il 90% degli italiani abbia espresso con chiarezza la volontà di etichette chiare in merito alla possibile presenza di OGM negli alimenti acquistati, così da poter esercitare il proprio diritto di scelta. Il 73% esprime invece la propria contrarietà all’utilizzo di organismi geneticamente modificati in agricoltura.
      La presentazione del rapporto “Gli italiani e l’agricoltura” si è svolta presso il Padiglione Coldiretti, alla presenza dell’ex ministro dell’Ambiente e presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, del presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo. A illustrare i dati il direttore IPR Marketing Antonio Noto, che ha esposto il campione analizzato come composto da 1.000 cittadini e disaggregato per età, sesso e area di residenza.
      Il rapporto ha fornito un quadro più chiaro dell’orientamento degli italiani non soltanto per quanto riguarda gli OGM. Secondo quanto illustrato da Noto l’85% degli intervistati riconoscerebbe agli agricoltori un ruolo di primo piano nella “protezione del territorio” mentre l’86% ritiene necessario un “incentivo economico” per la loro attività.
      Agriturismo e “farmer’s market” sono tra le attività più gradite dagli italiani, mentre alta anche la percentuale (82%) di chi iscriverebbe i propri figli a un “agro asilo”. Rapporto diretto con il produttore che è tra gli aspetti più importanti quando si tratta di acquisti: l’84% dichiara di fidarsi di più in caso di acquisto diretto; a seguire il negozio tradizionale (69%) e il mercato rionale (64%).
      Il 43% preferisce, quando possibile, l’acquisto in fattoria mentre il 60% ritiene i prodotti freschi più sicuri di quelli industriali o trasformati. Anche per quanto riguarda il ristorante la freschezza ricopre un ruolo di primo piano, con il 90% degli italiani che dichiara di apprezzare l’indicazione di stagionalità e Km 0 nel menu. Un messaggio chiaro che deve essere compreso dalle istituzioni.

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    2. I rischi connessi con la produzione e l'uso degli OGM.
      Gli OGM come organismi artificiali sono stati paragonati al mostro di Frankenstein, e si è ventilata l'ipotesi che piante o batteri geneticamente modificati (GM) possano uscire dal laboratorio nel quale sono stati prodotti ed invadere l'ambiente con conseguenze potenzialmente catastrofiche. Questa ipotesi è ingenua e la sua realizzazione è improbabile. In primo luogo è assai inverosimile che l'OGM risulti più idoneo a sopravvivere nell'ambiente rispetto al corrispondente organismo "selvatico", non GM. Infatti l'OGM non è progettato per resistere alla selezione naturale, ma per produrre qualcosa di utile, ed in genere questo comporta un sovraccarico metabolico che rende l'OGM relativamente fragile rispetto alla sua controparte naturale. In secondo luogo, se l'OGM è utile all'uomo, la sua crescita, anche incontrollata, potrebbe essere vista come benefica piuttosto che dannosa. Un esempio è dato dal virus attenuato della poliomielite contenuto nel vaccino antipolio di Sabin, largamente impiegato, che colonizza l'intestino del bambino vaccinato ed è espulso con le feci nell'ambiente. Palesemente non siamo stati colonizzati da questo virus artificiale, ed è stato ipotizzato che la dispersione del virus abbia almeno in parte contribuito ad estendere la vaccinazione a bambini non intenzionalmente vaccinati, almeno nei paesi in via di sviluppo.
      E' stato suggerito che gli OGM possano essere utilizzati come armi biologiche. Infatti un batterio patogeno potrebbe essere "migliorato" introducendo nel suo genoma i geni della resistenza agli antibiotici più comunemente impiegati, ed essere disperso nell'ambiente a scopo bellico o terroristico. Allo stesso modo è teoricamente possibile produrre artificialmente virus che combinino caratteristiche patogene non comunemente associate. Questa paura è giustificata, ma è riferita ad un tipo di ricerca vietata dalle convenzioni internazionali e perciò clandestina, che non può essere evitata vietando la ricerca ufficiale sugli OGM. Inoltre si deve considerare che lo sviluppo di un OGM super-patogeno a scopo bellico o terroristico sarebbe estremamente rischioso per chi lo effettua e richiederebbe laboratori di alta sicurezza, non facili da nascondere.
      Infine si è sostenuto che gli OGM prodotti a scopo alimentare possano nel lungo termine rivelare effetti indesiderati nel consumatore, nella forma di allergie, intossicazioni o aumentata suscettibilità a malattie. Anche questa obiezione è potenzialmente vera ma alquanto improbabile: infatti l'OGM è in genere prodotto introducendo uno o pochi geni ampiamente noti in un organismo che non li possiede allo scopo di costringerlo a produrre una o poche sostanze altrettanto note. Di conseguenza è inverosimile, anche se non impossibile, che un OGM "faccia male".

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    3. Tutto molto interessante mariacristina , è scioccante quanto sia vasto e vario il mondo dell' ingegneria genetica , chi sa fino a che punto arriveremo ? Ormai tutto è possibile , a partire da alimenti , animali di ogni specie e misura , sostanze fino a vaccini , medicinali , piante ... Tutto può essere modificato , forse dovremmo sfruttare queste scoperte per sconfiggere i mali del mondo quali malattie incurabili e l ' inquinamento e applicarli in tutto il mondo !

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    4. Il primo post di Maria è tratto da: http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_maggio_13/expo-intervista-amartya-sen-67906a48-f948-11e4-997b-246d7229677f.shtml

      Amartya Sen, 81 anni, indiano, premio Nobel per l’Economia nel 1998, è uno dei maggiori pensatori sui temi dello sviluppo, della povertà, della giustizia, della democrazia. Insegna Economia e Filosofia a Harvard, tiene corsi al Trinity College di Cambridge e lezioni in mezzo mondo.
      In questa intervista sottolinea che il cibo c’è, ma il problema è la povertà di molta parte della popolazione mondiale che non può comprarlo; ciò impedisce di mettere in moto l’economia. L’altro elemento chiave è lo sviluppo delle capacità umane implementando l’istruzione.

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    5. Utile anche l'obiezione al timore di bioinvasione ;-)

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  39. Precedenti ricerche effettuate in Cina, Spagna, e Stati Uniti avevano già evidenziato come nei campi di mais geneticamente modificato e in quelli convenzionali la biodiversità di insetti e artropodi sia sostanzialmente identica. Ora un nuovo studio dal Sud Africa, il primo del genere nel continente africano, mostra risultati simili. Lo studio è descritto in un articolo intitolato "Comparative Diversity of Arthropods on Bt Maize and Non-Bt Maize in two Different Cropping Systems in South Africa", che appare nel numero di febbraio di Environmental Entomology.

    "Lo studio si proponeva di compilare un elenco degli artropodi presenti sui campi di mais in Sud Africa e confrontarne la diversità e l'abbondanza sul mais Bt e sul mais Non-Bt", scrivono gli autori. "I risultati di questo studio a breve termine indicano che l'abbondanza e la diversità degli artropodi nel mais e le diverse corporazioni funzionali non sono stati significativamente influenzate dal mais Bt".

    Un totale di 8771 individui di artropodi, comprendente 288 specie, sono stati raccolti da 480 piante campionate da mais Bt e campi di mais non- Bt durante un periodo di due anni. I ricercatori non hanno trovato differenze significative in abbondanza e diversità tra detritivori, erbivori, predatori e parassitoidi.

    "I risultati del nostro studio indicano che la diversità di artropodi, anche in sistemi agricoli ad alta specializzazione, è alta come nei modelli agricoli di sussistenza", ha detto il dottor Johnnie van den Berg, professore presso la North-West University e uno dei co-autori della ricerca. "Più di recente sono state effettuate indagini sula beta-diversità (la biodiversità a livello di habitat) di insetti e piante all'interno e nelle aree adiacenti ai campi di mais: sono stati rilevati 30.000 artropodi e 15.000 individui vegetali lungo una linea di 1000 km. La biodiversità nei campi di mais è omogenea e la beta-diversità nelle aree adiacenti è molto elevata", ha aggiunto.

    La tutela della biodiversità è una delle argomentazioni più popolari tra gli attivisti anti-Ogm, soprattutto in Europa. Un'argomentazione che però, alla luce delle evidenze scientifiche, appare infondata.

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    1. Non avevamo ancora individuato studi in merito alla sostanziale equivalenza della biodiversità animale e di habitat tra colture OGM e convenzionali. Un altro tassello dunque a favore degli OGM!

      L'abstract:
      http://ee.oxfordjournals.org/content/43/1/197.abstract

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  40. Nonostante gli sforzi per mantenere gli OGM fuori dalla produzione
    biologica, qualche agricoltore biologico statunitense ha trovato pezzi di
    DNA modificato nelle sue piantagioni di mais (semi inclusi).

    Il presidente dell'IFOAM ha detto "Coloro che rivendicano i diritti su
    questi geni dovrebbero essere ritenuti responsabili per la diffusione
    incontrollata nell'ambiente e negli alimenti."

    Gli agricoltori biologici rimangono contrari a qualsiasi utilizzo di OGM in
    agricoltura, e gli standard del biologico lo proibiscono esplicitamente. Gli
    agricoltori bio, trovati con semi GM, seguivano scrupolosamente le regole
    che la certificazione richiede, il che assicura che essi non usavano nessun
    tipo di materiale GM nei loro terreni. Le tracce di OGM devono essere venute
    da fuori. Anche se al momento non e' chiara l'origine, e' molto probabile
    che l'inquinamento sia stato causato dal trasporto di polline proveniente da
    piantagioni GM limitrofe. Oppure i semi forniti agli agricoltori erano gia'
    GM. I fornitori di semi non sono in grado di garantire la vendita di semi
    100% GMO-free.

    Questo mette in evidenza che l'inquinamento genetico sta gia' avvenendo
    fuori dal controllo delle compagnie che hanno rilasciato questi OGM. In
    altri termini significa che, se tale diffusione di geni non verra' fermata
    subito, i consumatori saranno privati del diritto di scegliere alimenti
    OGM-free.

    I prodotti biologici rimangono la miglior opzione per i consumatori che
    desiderano evitare gli OGM. Gli agricoltori bio e le agenzie di
    certificazione prenderanno tutte le misure adeguate per prevenire la
    contaminazione. Comunque gli agricoltori e le agenzie di certificazione non
    possono fare tutto da soli. Se non si prenderanno urgentemente dei
    provvedimenti, sara' impossibile produrre mais biologico negli USA. Questo
    vale anche per gli agricoltori convenzionali che vogliono evitare gli OGM.

    Il problema in questione non ha conseguenze dirette solo sugli agricoltori
    bio; ma significa anche una drastica perdita del patrimonio culturale legato
    alle varieta' di piante, e quindi ha grosse conseguenze sui popoli in tutto
    il mondo. Per migliaia di anni, gli uomini hanno selezionato e incrociato
    varieta' naturali adattate a microclimi, per fornirci cibo di buona
    qualita'.

    E' obiettivo dell'agricoltura bio preservare queste conoscenze e varieta',
    seguendo principi scientifici ed ecologici.

    L'IFOAM chiede ai governi di tutto il mondo di eliminare immediatamente
    l'uso di OGM in agricoltura e produzione di cibo, proprio nel momento in cui
    abbiamo la chance di fermare l'inquinamento genetico. L'IFOAM ritiene che le
    industrie biotech siano responsabili di tale inquinamento, pertanto sarebbe
    opportuno che i governi approvassero delle regole che rendano le industrie
    stesse colpevoli dell'inquinamento genetico.

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  41. http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Medicina/2007/06_Giugno/11/vaccino_colera_riso.shtml
    Ricollegandomi al commento che precedentemente ho pubblicato mi sono soffermata sull' utilizzo del riso geneticamente modificato come vaccino per alcune malattie anche epidemiche ; piu specificamente il riso ogm è usato come vaccino anticolera ,
    In un piatto di riso offre una copertura immunitaria anche alle mucose, punti di accesso del viibrione. Il riso-vaccino è stato studiato nell' Hiroshi Kiyono, della Divisione di Immunologia delle Mucose, presso l'Istituto di Medicina dell'Università di Tokyo.
    Secondo quanto riferito sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze (PNAS), il vaccino potrebbe essere utile soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove è particolarmente difficile attuare campagne vaccinali tradizionali; inoltre potrebbe offrire una strategia pratica ed economicamente efficace per vaccinare oralmente ampie popolazioni contro infezioni delle mucose, incluse quelle che potrebbero derivare da un atto di "bioterrorismo".
    LA MALATTIA :
    Il colera è una malattia batterica acuta intestinale causata dal Vibrio cholerae. Le infezioni spesso sono di lieve entità e si risolvono spontaneamente. Dopo un periodo di incubazione che dura mediamente 1-3 giorni, la malattia si manifesta con un'imponente diarrea. Nei casi gravi, non trattati, la morte può verificarsi entro poche ore, con un tasso di letalità di oltre 50%; con un trattamento adeguato il tasso scende al di sotto dell'1%. L'infezione viene contratta con l'ingestione di acqua e cibi contaminati. Secondo dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel 2005 è stato riportato un aumento del 30% dei casi di colera rispetto all'anno precedente; il Paese più colpito è stato l'Africa, con il 95% del numero complessivo di casi riportati.
    Il nuovo vaccino anticolera creato modificando geneticamente la pianta del riso potrebbe essere una valida alternativa alle vaccinazioni classiche via iniezione, difficili da eseguire a tappeto in paesi poveri come l'Africa dove le strutture sanitarie sono carenti o del tutto assenti.

    LA TECNICA - Gli esperti giapponesi hanno quindi inserito il gene per la tossina colerica nel Dna della pianta del riso, Ottenendo piantine con la tossina. Il riso raccolto da queste piante è risultato capace di indurre una risposta immunitaria nell'organismo come dimostrano i primi test di laboratorio in provetta e sui topi. Il vaccino commestibile crea un doppio vantaggio rispetto a quelli che si somministrano con l'iniezione: si conserva a temperatura ambiente senza bisogno di refrigerazionee sembra essere anche più efficace. Infatti mentre i vaccini per iniezione garantiscono una copertura anticorpale sistemica, quello orale stimola la produzione di anticorpi anche nelle mucose, ovvero le classiche vie d'accesso dei patogeni, bocca, naso, genitali.

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  42. http://www.corriere.it/ambiente/13_settembre_30/benzina-batteri-modificati-escherichia-coli_02afa2da-29c2-11e3-ab32-51c2dea60815.shtml

    Nonostante siano gia stati considerati i svantaggi e i vantaggi riguardo i prodotti OGM , mi sono documentata riguardo i batteri geneticamente modificati e soprattutto quale ruolo e impatto hanno nell' ambiente , qui di seguito ve ne parlerò piu dettagliatamente :
    Per la prima volta, è stata prodotta benzina da batteri geneticamente modificati.
    BENZINA SOSTENIBILE - Il risultato è stato ottenuto dal gruppo coordinato da Sang Yup Lee dell'Istituto avanzato di scienza e tecnologia coreano (Kaist), secondo il quale è il primo passo verso la benzina sostenibile. La benzina è stata ottenuta modificando geneticamente uno dei microrganismi più studiati nei laboratori di tutto il mondo, il batterio Escherichia coli, che in passato ha già dimostrato di poter produrre gasolio grazie all'ingegneria genetica.

    CATENA CORTA - Finora grazie alla ingegneria genetica sono stati ottenuti ceppi di E. coli in grado di produrre alcani a catena lunga, costituiti da 13-17 atomi di carbonio, adatti a sostituire il diesel. Ma è la prima volta che il batterio riesce a produrre alcani a catena corta, adatti per la benzina. I ricercatori hanno modificato geneticamente il batterio in modo da progettare su misura il suo metabolismo per produrre alcani a catena corta. Con questa tecnica si riescono a produrre 0,58 grammi di benzina per litro di brodo di coltura.
    È un buon inizio per cominciare a produrre benzina in modo sostenibile per l'ambiente. Grazie quindi a l' ingegneria genetica potremo iniziare a sostituire tutte quelle sostanze che hanno creato smog e inquinamento nel mondo con quelle derivate dai batteri-ogm .

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    1. Questo commento sarebbe stato più pertinente con il thread "cibo o energia?". Speriamo comunque che questa tecnologia diventi matura e competitiva nei costi al più presto.

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